12 Maggio 2025
Matteo Tortone, regista pinerolese, riceve il David di Donatello per i cortometraggi

Poco più che quarantenne, regista, sceneggiatore e produttore italiano, Matteo Tortone non si è assolutamente montato la testa per il successo ottenuto con Domenica sera, sedici minuti di “cinema del reale”, come ama definirli, girati a Lucento e alle Vallette, quartieri emblematici delle periferie torinesi.
Persona, non personaggio, anche se lo è diventato a tutti gli effetti, soprattutto dopo la serata su Rai 1, accetta il dialogo con molta semplicità, senza sufficienza, né alterigia.
Estroverso, affabile, colto: infatti, qual è il suo luogo preferito? La biblioteca.
E ci tiene molto a farlo sapere ai nostri lettori.
La storia che gli ha fatto vincere il premio è stata definita intensa e delicata e parla di un ultrà, Alex, reduce dalla sconfitta della sua squadra: il ragazzo abita con la nonna, traffica con gli psicofarmaci e in una sera, che è sicuramente di quelle “no”, incontra Nemy, impegnata in una sfida tra rapper. E poi…
Il David di Donatello, lo sapete bene, è, sostanzialmente, il più importante riconoscimento nazionale alla “settima musa” (quest’anno si è arrivati alla settantesima edizione), un equivalente del premio Oscar ed è assegnato dalla Accademia del Cinema Italiano, che dal 1997 ha iniziato a selezionare anche i cortometraggi.
Per scoprire altri aspetti interessanti della vita e della professione di Matteo Tortone, l’appuntamento è per la prossima uscita su carta di Vita Diocesana Pinerolese, che ospiterà l’intervista completa.
Luca Reteuna
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