26 Marzo 2025
Incendio Kastamonu sei anni dopo: 100.000 tonnellate di rifiuti andati in fumo a cielo aperto. Parla il presidente del Comitato Frossasco Ambiente

Sei anni fa (28 marzo 2019), un incendio di proporzioni gigantesche divampò in a Frossasco, nel sito industriale Kastamonu (ex-Annovati-Trombini), alimentato da cumuli di rifiuti abbandonati nel piazzale, e bruciò per due settimane rendendo l’aria irrespirabile. L’azienda era stata rilevata da poco più di un anno, ma mai attivata, e la componente di rifiuti non legnosi, plastiche miste e materiali ferrosi, si era accumulata presumibilmente in gran parte dal 2014, dopo la chiusura per fallimento della precedente proprietà.
Fu un evento che segnò profondamente la comunità, con conseguenze sanitarie e ambientali ancora vive nella memoria dei cittadini e una dose di inquinanti che rimarrà nei terreni per decenni, aggiuntasi a quella causata negli anni precedenti, dall’operato della fabbrica quando era attiva.
A sei anni da questi tragici fatti il Comitato Frossasco Ambiente, costituitosi quattro anni fa, è ancora attivo.
«Siamo in attesa di aggiornamenti sull’esito delle indagini – dichiara il presidente del comitato Vincenzo Massimino, dottore in gestione dei rischi territoriali
– Le autorità raccomandarono di rimanere in casa e di evitare il consumo di prodotti locali. Le conseguenze sono state gravi e durature».
Il comitato, nato per contrastare il successivo progetto di costruzione di un maxi inceneritore da parte dell’azienda proprietaria del sito, ricorda che «L’incendio è divampato poco dopo il cambio di gestione dello stabilimento industriale». «Un elemento che richiede un’attenta valutazione», spiega il presidente.
La battaglia contro l’inceneritore ha visto il comitato impegnato in numerose attività: incontri con le istituzioni, manifestazioni, acquisizione di pareri tecnico scientifici e legali, a dimostrazione che il progetto prevedeva sistemi vetusti per ridurre l’inquinamento, ottenendo il sostegno di sette Comuni del Pinerolese e diverse aziende contro l’impianto a progetto.
«ll comitato, pur riconoscendo l’impegno delle istituzioni e comprendendo la complessità delle indagini ritiene che i cittadini abbiano diritto ad una risposta esaustiva per sé ma soprattutto per l’ambiente che appartiene alle future generazioni – conclude il presidente -. La salute pubblica è una priorità che non può essere trascurata. L’attuale amministrazione comunale, insediata da giugno 2024, si è dimostrata attenta alle problematiche ambientali e sanitarie sollevate dal comitato. Auspichiamo che questo impegno continui nel tempo. Noi continuiamo a monitorare».
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