28 Gennaio 2022
Crisi Nato-Russia: una preghiera mondiale per la pace
Oggi – 28 gennaio – ha avuto inizio la veglia di preghiera per la pace in Ucraina nell’oratorio salesiano di Kyiv (Kiev). Da lì il direttore della Casa ha voluto descrivere l’umore della gente e l’attività di sostegno spirituale svolto dai salesiani in questo periodo di forte tensione.
«Cosa puoi fare? Non puoi influire sulle decisioni dei grandi, sei un giocattolo nelle mani degli altri. Non siamo noi la motivazione della guerra, la guerra non è contro l’Ucraina ma il Paese è la scacchiera per giochi geopolitici, è la piazza d’armi su cui esibirsi, è il territorio della battaglia». Così don Maksym Ryabukha, salesiano direttore dalla Casa Maria Ausiliatrice (pastorale universitaria, cappellani, centro giovanile) nella capitale Kyiv (così, in ucraino, Kiev) descrive le considerazioni diffuse fra la gente in queste settimane.
Il ritiro del personale delle ambasciate
«La sensazione di adesso nella capitale è che tutti siamo coscienti che le ambasciate hanno iniziato a ridurre il corpo diplomatico, stanno facendo le valigie: è un segnale evidente di non speranza. Risente del fatto che non tutti i Paesi dell’Europa si sentono chiamati a vivere questa crisi, a prendere decisioni. Come popolo abbiamo chiaro che non siamo noi a iniziare una guerra, non sta a noi la decisione di fare o di non fare. Ma nel caso succeda qualcosa, il popolo si prenderà cura della sua integrità territoriale».
La casa salesiana come un rifugio
«Da metà dicembre c’è una forte tensione: chi è credente ha un raggio di speranza, non si sente solo. Ma chi non crede, chi non è riuscito a fare un’esperienza di Dio la vive in maniera molto pesante. Il nostro oratorio sta diventando la casa di tutti. La tradizione cristiana orientale vede noi salesiani come monaci, non ha il concetto di congregazione quale siamo: per questo considera il nostro centro come una vera casa in cui trovare rifugio. Chi passa la soglia delle nostre porte sta sotto la protezione della Madonna come in un monastero. Vengono persone del quartiere anche se non sono cattoliche, molti giovani partecipano alle attività».
Una preghiera mondiale per l’Ucraina
La conferenza episcopale latina e quella dei greco cattolici ha risposto all’invito del Santo Padre a una preghiera mondiale per la pace in Ucraina tra le 9 e le 21 del 26 gennaio. Tutti hanno cercato di organizzare gli spazi di accoglienza per la catena di preghiera. L’appuntamento diocesano a Kyiv, che raduna cinque regioni dell’Ucraina corrispondenti a un quarto del Paese, è stato dato nell’oratorio salesiano, in cui nel pomeriggio hanno iniziato a confluire soprattutto i giovani.
«Ci impegniamo a prendere notizie, non solo dalle televisioni che danno conto solamente delle paure, ma anche a tenere vivi gli aspetti belli della vita – sottolinea don Maksym -. Continuiamo a pensare alla crescita delle persone, all’educazione dei giovani, alla preghiera. Osserviamo che i giovani sono disponibili all’incontro con Dio, a vivere i sacramenti. Il nostro popolo, protagonista dell’espansione cristiana originaria verso l’est dell’Europa, ha subìto continui tentativi di sradicamento della fede, sia da parte del potere zarista sia di quello comunista, poiché chi ha fede acquista voce, coraggio, dignità, libertà e dà disturbo ai regimi».
Iniziative di pace
«Dal 30 dicembre al 2 gennaio abbiamo fatto una lunga veglia per la pace in oratorio, vivendo qui tutte le giornate fra riflessioni, gioco, preghiera, riposo. Da marzo 2020 è iniziata una novena all’Ausiliatrice, dal 15 al 23 di ogni mese. È intenso pure lo scambio nei social – https://www.facebook.com/oratorioboscokyiv/ – https://www.instagram.com/oratoria_bosco_kyiv/?hl=uk – https://t.me/kyivsdb -, i giovani inviamo delle “cartoline” con pensieri ed inviti, le famiglie seguono la preghiera da casa via Zoom: anche questo è un modo per sostenere lo spirito della gente. Il 2 e 3 aprile presenteremo la “Strenna” del Rettor Maggiore dei salesiani (la riflessione che guida l’anno di attività; n.d.r) ai giovani di tutta l’Ucraina, sarà un momento condiviso anche con il calendario ortodosso per far giungere a tutti parole di speranza».
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *