23 Dicembre 2021
Burkina: a Kaya sono accampati 200mila déplacé in fuga dai terroristi

In Burkina Faso la situazione dei profughi che fuggono dalle zone controllate dai terroristi di matrice jihadista diventa ogni giorno più critica, come testimonia il vescovo emerito di Pinerolo, Pier Giorgio Debernardi.

Quadruplicata la popolazione di Kaya
«Nei miei occhi – racconta commosso mons. Debernardi – non c’era la luce, dopo la giornata passata a Kaya in mezzo ai profughi fuggiti dai villaggi di Dablo e di Foune, a causa della guerra. Sono giunto in questa città atteso dal direttore della Caritas diocesana il quale mi ha esposto nuovamente la difficile situazione della città dove improvvisamente si è quadruplicato il numero degli abitanti. Si calcola che con i nuovi arrivi abbia raggiunto quota 300mila».
Freddo di notte, caldo di giorno
«Un consigliere comunale mi diceva che la popolazione locale ha mostrato grande generosità nell’accogliere i nuovi arrivati , fuggiti dal nord. Dopo le prime settimane passate nello stadio della città e nei campi attorno, con il freddo di notte e il caldo di giorno, finalmente questa fiumana di profughi hanno visto piantare le tende ( sono dono di Associazioni benefiche americane)».
Duecento tende per gli sfollati
Ho visitato il campo dove sono già in parte alloggiati gli abitanti dei villaggi di Dablo e di Foune. Nel campo destinato a loro erano già piantate 200 tende (ogni tenda contiene ospita circa 10 persone)».
Molte donne con i segni delle violenze subite
«Si cerca di mantenere unito il nucleo familiare, tenendo conto che nel Campo la maggioranza sono donne e bambini. Molti giovani e uomini adulti sono stati uccisi dai terroristi. Come pure molte donne portano i segni delle violenze subite. Sono tanti i bambini rimasti traumatizzati perché hanno assistito impotenti all’assassinio del padre, e allo stupro della madre. Per loro è necessario e urgente un aiuto psicologico».
A Dablo sono tutti scappati
«Ho incontrato anche il parroco di Dablo che ormai viva a Kaya in mezza alla sua gente (mi ha ripetuto che a Dablo tutto è stato distrutto e non c’è più nessun abitante)».
Solo la fede per superare lo strazio
«Ho ascoltato storie di sofferenze strazianti, che solo la fede del credente (a qualsiasi religione appartenga) dona la forza di superare. Ho raccolto parecchi di questi episodi che desidero mettere per iscritto perché non si perda la memoria della ferocia subita quando si acceca la luce dell’intelligenza».
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