12 Ottobre 2020
ACLI Città Metropolitana. Raffaella Dispenza confermata presidente
Nel primo Consiglio Provinciale dopo il Congresso, Raffaella Dispenza (torinese ma pinerolse d’adozione) è stata confermata Presidente delle ACLI Città Metropolitana di Torino APS, dopo una prima esperienza da presidente di poco più di un anno.
Tra gli intendimenti della nuova Presidenza (composta anche da Gianclaudio Santo, Matteo Lucà, Liliana Magliano, Marco Calvetto, Piero Demetri, Marco Perri, Giovanna Ribet, Vittorio Saraco, Carlo Zummo, Cristina Perina, Laura Malanca e Ivo Girardis) portare un contrib uto per rinsaldare la città, ricucire le diverse zone e periferie urbane; “fare dialogare le istanze di chi detiene responsabilità a vario titolo (istituzioni, terzo settore, associazioni e sindacati, …) con le persone, con le energie sociali e culturali, in un progetto di città realmente inclusivo, centrato su uno sviluppo sostenibile dal punto di vista dell’equità sociale, ambientale, intergenerazionale e su uno sviluppo umano”.
«Guardiamo con attenzione – spiega la presidente – anche al percorso che la città di Torino avvierà verso le elezioni amministrative: c’è bisogno di nuovi cantieri di idee, di pensiero, di proposta politica, che sappiano essere fortemente ancorate all’immaginario delle persone, alle reti sociali che infrastrutturano i contesti sociali, alle reti di coabitazione e vicinato che animano i nostri territori». Anche perché «è ormai evidente che la pandemia nel medio periodo ci condurrà ad una fase recessiva dell’economia che avrà come conseguenze l’aumento della disoccupazione e della povertà, che colpirà le categorie meno tutelate e protette e in generale quelle persone che vivono già una qualche forma di deprivazione non solamente economica. Il quadro è ulteriormente aggravato dal fatto che la quantità di forme di sostegno al reddito alle famiglie non è sostenuto da un adeguato sistema di servizi in grado di avviare, sviluppare, monitorare, implementare progetti di capacitazione delle persone, progetti cioè capaci di fare uscire le persone da situazioni di povertà che rischiano di diventare croniche. In questo momento in cui gli scenari futuri sembrano poco prevedibili, è fondamentale che il lavoro assuma una forte centralità nella costruzione degli scenari futuri, con una forte attenzione al valore del lavoro, alla dignità del lavoro e infine alla qualità del lavoro. Servono strumenti concreti per ripensare la globalizzazione, per orientare la digitalizzazione dell’economia, per fare del lavoro una opportunità di crescita individuale e sociale».
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