10 Agosto 2015
Villar Perosa. Incontro con Silvano Borgognone presidente dell'Avis
10 agosto 2015
Silvano Borgognone, 60 anni lusernese, dal 2005 è presidente della sezione Avis di Villar Perosa. Oggi al suo terzo mandato. La sua prima donazione risale al 1979, «quando un amico aveva invitato me e mia moglie a Villar Perosa. Da allora ho frequentato quella sezione e poi, con il tempo, sono diventato consigliere e per tanti anni vicepresidente. Nel 2004 il Presidente di allora si dimise per motivi di salute. Il lavoro lo svolgeva il vice cioè io e poi gli altri membri hanno voluto che continuassi come presidente eleggendomi all’unanimità. Ma la nostra non è una poltrona molto ambita perché carica di lavoro e di responsabilità ».
Un po’ di storia della Sezione.
L’Associazione Volontari Italiani del Sangue di Villar Perosa nasce nel 1964 da un distaccamento di Perosa Argentina. La prima sede fu una stanza sopra una “piola” del paese. Solo successivamente il Comune diede in comodato una sede derivata dalla Riv in via Asiago dove è tutt’ora. Negli anni l’abbiamo rinnovata completamente perché le leggi sulla sicurezza sono rigorose. Da noi si dona in Sezione e tutto deve essere a norma. Nel 2000 abbiamo fatto l’accreditamento.
Di cosa si tratta?
Nel 2000 l’Italia era l’unico paese dove le Sezioni di raccolta di sangue Avis non erano “accreditate” cioè non ancora certificate secondo requisiti standard relativi a strutture, sicurezza, smaltimento dei rifiuti. Si è proceduto via via all’accreditamento e nel 2014 le strutture non accreditate sono state definitivamente chiuse.
Perché l’Europa chiede questo?
L’Italia a differenza degli altri stati Europei raccoglie il sangue su base volontaria. E questa base volontaria fa sì che fino ad oggi l’Italia sia l’unico paese europeo a coprire per intero il fabbisogno di sangue. Anche durante il periodo estivo perché le sacche di sangue raccolto vengono conservate per un certo periodo. Il sangue non viene pagato al donatore. Non tutti sono d’accordo su questo modo di operare. Il business del sangue fa gola. Una singola sacca di sangue vale circa 120 euro. Durante l’estate arrivano spesso allarmi di carenza di sangue e si moltiplicano gli inviti a donare. D’estate in Piemonte è il plasma che manca, non il sangue. Questo perché non tutti sono idonei alla plasmaferesi e perché sono molte di meno le sedi dove si può raccogliere. Ma raccogliere troppo sangue non è una cosa buona perché si accumula nei frigo e poi può divenire inutilizzabile. E non è buona cosa che certi giornalisti lancino allarmi.
Quanti sono i donatori della vostra sezione?
A Villar ci sono 150 donatori attivi. Negli ultimi due o tre anni abbiamo riscontrato un calo a livello nazionale delle donazioni. Per due motivi a nostro avviso.
Quali?
Il primo è che i datori di lavoro sono sempre meno disposti a pagare la giornata al lavoratore dipendente che va a donare il sangue come è uso oggi. Il secondo è che, stando ai dati recenti, negli ultimi due anni circa il 30% dei giovani che fanno l’esame per la prima donazione non risultano idonei. Per valori sballati del sangue o per abitudini di vita incompatibili con la donazione. La sezione di Villar tuttavia è in controtendenza.
Come mai?
Da qualche tempo l’Avis manda gli auguri a coloro che raggiungono la maggiore età dicendo che è possibile da quel momento la donazione. Noi abbiamo avuto 8 nuovi donatori idonei in un anno. Un buon risultato.
Le prospettive?
Si tende a centralizzare perché i costi aumentano. Le leggi sulla sicurezza impongono aggiornamenti sempre più costosi: una bilancia acquistata pochi anni fa ora è inservibile perché non stampa lo scontrino con i dati del donatore, oppure la legge oggi ci obbliga a cambiare i termometri delle sale e usare solo quelli digitali che costano di più, e così via. E ancora: i medici che vengono in sede (e sono il costo più alto della gestione) ora non possono più venire con il loro mezzo proprio, la propria auto, perché la legge obbliga a far sì che le sacche di sangue siano trasportate su specifici automezzi. E aumentano ulteriormente i costi. Presto ci saranno solo i grandi centri e le sezioni dei volontari spariranno. L’Asl prenderà in carico l’intera gestione del sangue.
Cosa avete in programma per il prossimo futuro?
Parteciperemo il 13 settembre alla festa del volontariato a Villar Perosa. E poi faremo venire qualche volta in più l’autoemoteca. Favorisce la partecipazione di nuovi donatori e tutto sommato costa meno.
Ives Coassolo
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