29 Aprile 2019
Valli Chisone e Germanasca. Si fa presto a dire crisi
Un fantasma si aggira per l’Europa o, più modestamente, sul Torinese. Quello della crisi.
Un recente decreto del Ministero per lo sviluppo economico, che riconosce Torino e la sua prima cintura come area di crisi complessa, sembra dimenticare altri territori come il canavese e il pinerolese. E questo a qualcuno non sembra giusto.
Prima a stigmatizzare l’assenza del nostro territorio dal provvedimento governativo (e dai relativi vantaggi), è stata Cristina Maccari della FIM CISL di Pinerolo in un comunicato stampa del 15 aprile. «Le Imprese del territorio non potranno usufruire né di ammortizzatori sociali aggiuntivi nel caso in cui non abbiano ancora superato la crisi (e ce ne sono), né di risorse da utilizzare nella necessaria rivoluzione tecnologica, che avrebbe potuto dare impulso a tutto il territorio». Inoltre «se avessimo ottenuto il riconoscimento anche a Pinerolo e nel Pinerolese sarebbero arrivate risorse aggiuntive, anche per riqualificare aree e fare sviluppo. Le occasioni per avere finanziamenti ci sono ma bisogna andarsele a prendere, non ci vengono a cercare a casa […] Anche qui abbiamo vissuto la crisi industriale e non capiamo perché il decreto non comprenda quest’area, pur fortemente colpita».
La questione non ha lasciato indifferente neppure l’Unione Montana valli Chisone e Germanasca che, nel consiglio dello scorso 18 aprile, ha votato all’unanimità dei presenti un ordine del giorno proposto dal sindaco di Villar (e assessore al lavoro dell’Unione) Marco Ventre per «chiedere l’estensione dell’area di Crisi complessa ai nostri territori e non limitarla solo a Torino e comuni limitrofi».
Ventre, nel presentare la mozione, ha commentato: «Questo ordine del giorno è un primo ma significativo passo per ottenere quegli incentivi e quegli investimenti necessari per rilanciare le nostre valli». E con toni accalorati ha aggiunto: «Scoprire che la nostra area non era inclusa, mi ha fatto proprio incavolare». Sul tema Ventre è particolarmente sensibile poiché anche in un recente incontro coi vertici aziendali in Regione, le ombre sul futuro della Tekfor di Villar non sono svanite. Ad amareggiare ulteriormente gli amministratori valligiani è stata l’impressione che la Città di Torino abbia cercato di salvare se stessa a scapito di altri territori – «non siamo e non vogliamo essere periferia della periferia!» -, senza che Pinerolo e il suo territorio dimostrassero la coesione necessaria in questi frangenti. «Non c’è stata concertazione col territorio e la Regione ha mandato avanti la richiesta di definizione di area di crisi complessa con dei requisiti che ci hanno penalizzato. Ho telefonato – ha spiegato Ventre – al sindaco di Pinerolo per parlare della situazione, ma non ho avuto risposta: purtroppo per Salvai è più forte la logica di partito (ndr Torino e Pinerolo sono ambedue a maggioranza 5Stelle) che non quella di territorio».
Un territorio che negli anni ha visto purtroppo la perdita di migliaia di posti di lavoro.
GUIDO ROSTAGNO
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