Più di tre secoli sono trascorsi da quando molti valligiani valdesi emigrarono, dapprima, in Svizzera e poi in Germania – che come l’Italia era divisa in molteplici staterelli -, eppure questa storia è ancor oggi gravida di conseguenze.
Sabato 21 ottobre il sindaco di Perosa Argentina, Andrea Garavello e il borgomastro di Rutesheim-Perouse, Dieter Hoffman hanno sancito, con la firma ufficiale, il gemellaggio tra i due paesi.
Un legame, questo, che affonda le sue radici alla fine del ‘600, quando gli esuli della Val Perosa, costretti a lasciare le loro terre da Vittorio Amedeo II, trovarono ospitalità nel Baden-Württemberg dove battezzarono i villaggi da loro fondati con i nomi dei paesi da cui provenivano: Pinache, Groß- e Kleinvillars e appunto Perouse.
Racconta Andrea Garavello: «A riannodare il filo di questa amicizia tra Perosa e Perouse è stato, verso il 2000, l’allora sindaco Giovanni Laurenti il quale instaurò delle relazioni con la comunità tedesca che portarono il 18 ottobre 2008 a firmare il Patto di Amicizia (ndr atto propedeutico alla stipula del gemellaggio)». «I contatti – prosegue Garavello – sono continuati anche con la successiva amministrazione guidata da Renzo Furlan, pullman di tedeschi sono venuti da noi e altrettanto abbiamo fatto da parte nostra».
Proprio Giovanni Laurenti, ora presidente dell’associazione “Amici di Rutesheim-Perouse”, ripercorre alcune di queste tappe: «Perosa era, forse, l’ultimo comune della valle a non aver riallacciato relazioni con i paesi fondati dai profughi valdesi, ma all’inizio i nostri approcci con Rutesheim furono vanificati dal poco interesse dell’allora borgomastro – forse ci considerava un paesino a fronte dei loro oltre 10mila abitanti -. Poi con la nuova amministrazione di Dieter Hofmann le cose sono cambiate e abbiamo avviato un percorso che ha portato dapprima al Patto d’amicizia e ora al gemellaggio vero e proprio». Laurenti cita anche alcune persone che molto si sono spese per il gemellaggio: «Ricordo Heinrich e Carmen Schort che sono stati l’alter ego mio e di mia moglie (ndr Laura Balzani) a Rutesheim-Perouse: furono loro che ci permisero di contattare Theo Kieffner, studioso dal punto di vista tedesco dell’emigrazione valdese e con il segretario Martin Killinger». Tra i ricordi legati all’amicizia italo tedesca a cui l’ex sindaco tiene maggiormente c’è sicuramente: «Il monumento all’emigrazione valdese che ora è collocato all’ingresso del comune di Perosa. È un lavoro di Enrico Challier che rappresenta forse l’unico monumento nelle valli valdesi in cui si ricordi non un personaggio celebre, ma chi realmente subì la tragedia dell’esilio, le famiglie con vecchi e bambini. Quelle famiglie che oggi vogliamo siano al centro del gemellaggio: bisogna conoscersi, nel fare amicizia la lingua non è un ostacolo, se si vuole ci si capisce anche solo a gesti!»
In occasione della stipula del gemellaggio della delegazione perosina facevano parte 18 amministratori, 12 membri dell’associazione “Amici di Rutesheim-Perouse” e una decina di rappresentanti di altre associazioni dagli Alpini a Poggio Oddone, dalla Pro Loco a Jambo Car agli “Amici della Fisarmonica”. La presenza di quest’ultima associazione si lega al dono offerto dai “nostri” perosini a quelli transalpini come racconta ancora il Sindaco: «Durante i preparativi per quest’occasione, ci siamo chiesti che cosa potevamo portare ai nostri gemelli; volevamo qualcosa che simboleggiasse il legame tra le due comunità, un emblema che appartenesse alle due culture: abbiamo pensato al “Semitoun”, la classica fisarmonica delle nostre valli». «La scelta del “Semitoun”– spiega Garavello – è nata sia per via della comune tradizione per la fisarmonica nei due paesi – come noi abbiamo la nostra associazione dedicata, loro hanno una scuola di fisarmonica – immaginando che gli esuli perosini, tra le poche cose raccolte come bagaglio per il loro peregrinare, si portassero dietro uno di questi strumenti con i quali allora nelle nostre valli si accompagnavano le feste». E così «anche la cerimonia della firma è stata accompagnata dalla musica della fisarmonica e di un mandolino, suonati da due diciottenni dell’associazione perosina, con l’esecuzione dell’inno occitano “Se Chanto” e di una “Courenta”». «Le associazioni perosine che, per ragioni logistiche, non hanno preso parte al viaggio – assicura ancora Garavello -, saranno sicuramente protagoniste nella prossima primavera, quando ci farà visita la delegazione tedesca per firmare anche qui da noi l’atto del gemellaggio».
GUIDO ROSTAGNO
- Andrea Garavello, sindaco di Perosa Argentina
- Andrea Garavello e Dieter Hofmann mostrano l’atto ufficiale del gemellaggio tra Perosa e Rutesheim-Perouse