Anche Jean Paul Charles ha preso parte alla mostra “Agenti del caos”, organizzata a Bologna.
Nel raccontare la sua esperienza l’artista dubbionese non nasconde l’entusiasmo: «È stata una grande soddisfazione partecipare a questo evento curato da Gabriele Perretta». Questi, oltre ad insegnare alla Sorbona e a Brera, è stato il fondatore del Medialismo, una corrente dell’arte contemporanea «che – spiega Charles – lavora molto sulla comunicazione, in particolare quella attraverso i personal computer». La Collettiva, dedicata a figure come Demetrio Stratos e Roberto “Freak” Antoni, ha ospitato il 2 e 3 febbraio le opere di numerosi artisti contemporanei.
Jean Paul in quest’occasione, oltre ad esporre alcuni lavori, ha eseguito una performance ispirata ai “vasi comunicanti” in cui «ho fatto sciogliere – racconta – dei bicchieri di plastica con del bitume in modo da far fondere tra loro i due materiali». Ma al di là del generale apprezzamento tributato alla sua produzione, Charles si dice contento «per aver potuto conoscere nuove realtà artistiche e, soprattutto, tante persone con cui ci siamo capiti al volo: tra artisti si parla la stessa lingua, si condivide la stessa visione del mondo e dell’arte».
Di ritorno in “patria”, Jean Paul Charles si dedicherà in questi giorni al lavoro con le scuole: «Sto portando avanti un corso chiamato “Il bisonte e la matita” con le classi terze delle elementari di Airasca, poi a breve inizierò a lavorare con gli allievi della scuola di Pinasca per realizzare un’opera dedicata a Hurbinek, il bambino morto ad Auschwitz a cui la scuola è intitolata». Alle attività con i bambini Charles attribuisce una grande importanza: «Come è necessario imparare a leggere e scrivere, bisogna anche imparare a “leggere” le immagini. Solo così è possibile non solo apprezzare l’arte (antica o contemporanea che sia), ma soprattutto percepire quella luce spirituale che dà forma sia all’arte sia alla vita!»