A parte qualche sindaco che ha sbagliato strada, il Consiglio dell’Unione Valli Chisone e Germanasca di giovedì 29 marzo non ha riservato particolari sorprese. D’altronde per parecchi amministratori, dopo molti anni di abitudine – tolta la parentesi invisa ai più della Comunità Montana del Pinerolese –, il cammino verso la sala consiliare di villa Gutermann risultava automatico.
Assente giustificato il sindaco di Perosa, dopo aver atteso il sindaco di Pinasca – per l’approvazione del Bilancio lo statuto prevede il voto favorevole di almeno due dei tre rappresentanti dei comuni più grandi – trattenuto dal suo consiglio comunale, la seduta si è poi sviluppata senza imprevisti, con l’assessore – nonché sindaco di Perrero – Riccardo Leger a fare da protagonista nel raccontare l’articolato bilancio di previsione. Un bilancio che ha pareggiato su una cifra di poco superiore ai cinque milioni e mezzo di euro e che è stato approvato dai presenti all’unanimità.
Nella sua lunga disamina Leger ha evidenziato come le principali voci di entrata siano costituite dai trasferimenti per i Piani di Manutenzione Ordinaria del territorio (PMO) e da quelli per il servizio socio-assistenziale. I PMO – che derivano da una quota delle bollette del servizio idrico la quale per legge va destinata alle zone montane per opere sul territorio – portano all’Unione più di un milione e 300 mila euro la cui ripartizione tra i comuni segue criteri legati alla popolazione e alla percentuale di territorio montano. Questi fondi, ora trasferiti alle Unioni, un tempo lo erano alle Comunità Montane. Nel caso della Comunità del Pinerolese sono stati al centro di una querelle legata alla vicenda del fallimento AgeSS: una parte dei PMO depositata nella tesoreria dell’ente è stata infatti bloccata per garantire ai creditori del fallimento la quota stabilita dal tribunale a carico della Comunità Montana.
I trasferimenti relativi al servizio socio-assistenziale sono l’altra consistente voce di entrata del bilancio, superando di poco i due milioni di euro. Queste risorse provengono dalla Regione, dall’ex provincia, dall’ASL To3 e, in misura di 27 euro per abitanti, da ciascun comune dell’ente oltre che da Sestriere, Usseaux e Pragelato i quali fanno comunque riferimento all’Unione valligiana per i servizi sociali.
Proprio quest’ultima funzione – la principale, se non l’unica, svolta dall’Unione – è stata oggetto di una delibera presa del Consiglio per provare a scongiurare le pretese della Regione «che – spiega la presidente dell’Unione, Laura Zoggia – vorrebbe ridurre il numero dei gestori dei Servizi socio-assistenziali da 50 a 30». Se in passato «i servizi combaciavano con i distretti sanitari e noi – puntualizza Zoggia – pur non raggiungendo il numero minimo di abitanti previsto dalla legge (ndr 40 mila), godevamo di una deroga perché il nostro territorio copriva un distretto, a seguito di accorpamenti questo non vale più». Ma davanti all’ipotesi di dover confluire, ad esempio, nel CISS (il consorzio che si occupa del Sociale nel resto del Pinerolese), i sindaci oppongono un fiero rifiuto: «Ogni volta che siamo stati accorpati per qualche servizio ci abbiamo rimesso: basti pensare al Tribunale di Pinerolo o all’ospedale; inoltre anche se le quote pagate dai Comuni del CISS sono di poco maggiori delle nostre, noi con quella quota riusciamo a coprire pure i costi dell’assistenza scolastica che invece per gli altri comuni del Pinerolese rappresentano un’ulteriore e non piccola spesa». Non sempre, secondo il parere dei sindaci, per i servizi valgono le economie di scala, inoltre serpeggia il sospetto che, dietro l’eventuale accorpamento, si celi il rischio di doversi accollare le spese altrui.