Marta Baret è morta il 12 febbraio 2023. Nei suoi articoli su “La Valaddo” e nei due volumi “Gente in guerra” ha raccolto tante testimonianze di partigiani e staffette, ma anche di contadini, montanari, operai, soldati in Africa e in Russia, deportati e prigionieri.

Marta Baret
Insegnante, studiosa di storia e soprattutto attenta custode delle testimonianze di tante persone passate attraverso i dolorosi anni della Seconda Guerra Mondiale, Marta Baret si è spenta a Pinasca il 12 febbraio 2023.
Maestra affettuosa, attenta studiosa della Resistenza
Marta Baret in Barus, nata in Borgata Faure di Pomaretto il 29 giugno 1943, ha concluso il suo laborioso cammino terreno il 12 febbraio a Pinasca in Borgata Maurin, avvolta dall’affetto dei suoi cari, tra le rassicuranti pareti domestiche.
Per i suoi famigliari, era un pilastro portante. Una moglie, una mamma, una suocera e una nonna insuperabile.
Per generazioni di allievi, è stata la maestra: puntuale, precisa, affettuosa.
Per innumerevoli lettrici e lettori, è stata colei che ricostruiva con dedizione le vicende legate alla guerra e soprattutto alla Resistenza, raccogliendo instancabile testimonianze e fotografie. Una poetessa e scrittrice nota ben oltre i confini delle nostre vallate, grazie alle numerose collaborazioni con periodici e riviste.
Per gli amici del Terzo Mondo, è stata una volontaria entusiasta.
Per me, era la cugina di mia mamma Ilda: si scambiavano visite, lunghe telefonate e abbondanti lettere scritte a mano.
Marta amava i bei viaggi, le passeggiate in montagna e i raduni di famiglia.
Ha lottato con coraggio contro una malattia che la scienza non sa sconfiggere.
Arrivederci, Marta, in un Mondo migliore…
EDI MORINI
Il ricordo dell’Anpi di Perosa
Silvano Bertalot, presidente della sezione Anpi di Perosa e Valli, su Facebook ha ricordato: «Marta è stata per tutte e tutti noi una donna ben oltre la compagna di lotte, un vero e proprio punto di riferimento, un’instancabile ricercatrice, una divulgatrice preziosa e generosissima della storia, delle narrazioni della Guerra di Liberazione nelle nostre Valli. Storia approfondita e resa non soltanto a partire dai grandi eventi, dalle battaglie cruente o dalle stragi mostruose, ma anche e soprattutto dalla narrazione paziente e attenta di tante piccole vicende famigliari, personali, spesso di donne. Una mole enorme di lavoro, garantito da una delle doti più belle di una donna così sorridente: la capacità di porsi sempre in ascolto, di raccogliere e registrare con empatia autentica, sentimenti e situazioni che, altrimenti, sarebbero stati condannati all’oblio.
Marta sarà sempre con noi, non solo attraverso i suoi libri, ma pure tramite la lezione del suo impegno gentile e concreto. Continueremo il suo e nostro lavoro anche nel suo ricordo».