15 Giugno 2021
Scuola: tanto di nuovo sotto il sole!

Un po’ per il rischio Covid, un po’ per una scelta didattica, alcune scuole (San Germano e Roure, ad esempio) nell’anno scolastico appena concluso hanno deciso di svolgere molte attività all’aria aperta. E il bilancio è stato positivo.
San Germano: serenità e riscoperta dei luoghi quotidiani
Quando finisce la scuola, alunni e insegnanti di solito tirano un sospiro di sollievo. A maggior ragione dopo quest’anno vissuto con le preoccupazioni per il Covid. Nelle realtà, però, dove si è sperimentata la didattica all’aperto, le paure sono state contenute. «Avendo svolto quasi tutte le attività all’aria aperta – spiega Martina Porretta, maestra della Scuola Primaria di San Germano Chisone -, ci siamo sentiti tutti più protetti, in particolare i bambini (che erano pienamente consapevoli dei rischi legati alla malattia) che sono sempre venuti a scuola volentieri, dopo aver sperimentato nel 2020 come non fosse una cosa scontata. Anche i genitori più “scettici” hanno apprezzato la serenità e l’entusiasmo dei loro figli davanti a questa scelta didattica. Per noi insegnanti è stato invece un modo per uscire dagli schemi abituali e lavorare in maniera diversa».
La scuola “all’aperto” – che non è nata come risposta al Covid ma come proposta didattica a sé – ha permesso attraverso le tante uscite (che hanno preso il posto delle gite fuori comune che non si sono potute fare) di scoprire il territorio comunale. «C’è una classe – racconta la maestra Martina – che durante l’anno ha scelto di raggiungere a turno tutte le case dei bambini, dalle più vicine in paese a quelle nelle borgate». Un bel modo per imparare la geografia dei luoghi vissuti dai bambini. E anche la storia: «Un’altra classe ha visitato l’ultima miniera di grafite di San Germano, dopo aver fatto una ricerca sui libri e aver intervistato una persona che vi aveva lavorato».
La classe di Martina ha invece lavorato facendo un’analisi linguistica sulle scritte dei cartelli stradali (e non) presenti in giro per il paese. Al di là dei lavori specifici, però «la scuola all’aperto ha consentito di portare all’attenzione dei bambini molti aspetti del loro paese che spesso passano inosservati».
A favorire la scelta di una didattica “en plein air” anche la presenza di spazi verdi non troppo distanti dalla scuola: «Non potendo fare tutti insieme gli intervalli (a causa del Covid), a turno andavamo in luoghi diversi come il Parco Widemann o l’area della Casa degli Alpini: per i bambini è stato bello cambiare tutti i giorni il posto dell’intervallo!»
Volte ad incoraggiare la scuola all’aperto, anche la recente scelta di Maurizio Losano – dentista del paese in pensione da fine 2020 – di donare tre tavoli con le relative panche che sono stati installati nei pressi proprio della Casa degli Alpini e la concessione da parte del Comune di un’area adiacente alla scuola dove realizzare un “orto didattico”. «Abbiamo iniziato con le erbe aromatiche (grazie anche all’aiuto del Vivaio Bounous), il prossimo anno l’intenzione di piantare anche verdure e ortaggi veri e propri».
Roure: sulle tracce degli uomini primitivi
Anche alla scuola primaria di Roure, le attività all’aperto sono state una costante decisamente gradita dagli alunni. Per parlare di questa esperienza la maestra Marianna Patricola ha scelto di “intervistare” gli scolari per chiedere le loro impressioni. Pressoché tutti hanno apprezzato il contatto con la natura e l’aspetto divertente e giocoso dell’apprendimento all’aria aperta.
Un risultato raccolto grazie ad attività “primitive” come la ricostruzione di un villaggio neolitico in miniatura sulle sponde del Chisone – realizzando sia le palafitte, sia le armi necessarie alla caccia – o la pittura rupestre (nei pressi delle pareti di arrampicata di Bourcet) con colori prodotti con prezzemolo, cannella, peperoncino e barbabietola.
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