27 dicembre 2015

Nascondeva 10 chili di marijuana nei sacchi della spazzatura. I militari di Pinerolo hanno arrestato Eduart Mullaj, albanese di 55 anni, residente a San Germano Chisone, poiché ritenuto responsabile di detenzione ai fini di spaccio, in concorso con altri in via di identificazione, di marijuana, nascosta in cantina.

L’operazione è scattata dalla segnalazione di un gruppo di cittadini che aveva notato un via vai dalla casa nel pinerolese.

Durante la perquisizione all’interno dell’abitazione e in cantina sono stati sequestrati quasi 11 chili di marijuana. Nella macchina dell’uomo, i militari hanno trovato un borsone con un forte odore di cannabis, utilizzato per le consegne di droga.

I carabinieri stanno verificando se vi sia un collegamento con il sequestro di due ville, a Cantalupa e Torino, a luglio e a all’inizio di dicembre, che coltivavano quantità industriali di marijuana. Gli edifici erano stati affittati con i soldi in arrivo da Hong Kong. L’albanese potrebbe aver preso la droga da una delle due fabbriche di cannabis.

Le “fabbriche di cannabis” Grandi ville isolate usate dai cinesi come laboratori per la coltivazione della cannabis e affittate con i soldi in arrivo dai conti di Hong Kong. I carabinieri di Pinerolo hanno scoperto, all’inizio del mese, nella collina di Torino una seconda “fortezza” della droga con 2400 piantine di marijuana, alcune alte fino ad un metro e mezzo, e sequestrato i due immobili.

I carabinieri sono risalti al laboratorio di Torino dopo il sequestro a luglio di un’altra villa a Cantalupa, quando arrestarono Wen Wu Shuang, un cinese di 23 anni, con l’accusa di coltivazione e detenzione di marijuana.

L’operazione era scattata dalla segnalazione di un gruppo di cittadini che aveva notato un via vai dalla casa nel Pinerolese. Durante la perquisizione erano state sequestrate 831 piante di cannabis. Nel corso delle indagini è stata individuata una giovane interprete cinese che faceva da intermediario tra persone che vivono in Cona e i proprietari delle ville. La donna ha spiegato di essere stata contattata per fare da interprete nell’attivazione dei contratti per le ville.

L’incontro era realizzato tramite un sito internet cinese che mette in contatto coloro che cercano e offrono lavoro: la ragazza ha assicurato di non essere a conoscenza di quanto veniva fatto nelle case e di ha dichiarato di essere in contatto con i locatori delle ville (presentati forse con nomi fittizi) che gli avevano riferito che desideravano utilizzarle come basi per attività artigianali (quali in confezionamento di vestiti), senza però volersi registrare come partita Iva e senza dover pagare le tasse.

I pagamenti erano accreditati da banche di Hong-Kong sui due conti correnti della ragazza cinese. Gli investigatori stanno cercando di rintracciare gli affittuari delle due “fortezze della droga” e di salire ai titolari dell’impresa criminale, ricostruendo anche i canali di distribuzione e soprattutto se vi siano rapporti coi proprietari delle ville.

L’organizzazione potrebbe essere presente su tutto il territorio nazionale ed europeo. I militari, che stanno indagano sul flusso di denaro dalla Cina verso l’Italia, sospettano che esistano altri laboratori simili sia a Torino sia in Lombardia e in Veneto.

Lino Gandolfo

carabiniere droga