26 Giugno 2017
Roure: la tradizione che crea comunità
La Tèto Aut in festa nelle parole della presidente Manuela Ressent
Nel fine settimana del 17 e 18 giugno il “Gruppo Tradizioni Popolari Val Chisone e Val Germanasca La Tèto Aut” ha tenuto a Castel del Bosco i festeggiamenti per i suoi 35 anni di vita. Manuela Ressent, presidente del gruppo, ha risposto, a tratti commossa, a qualche domanda sulla festa.
Qual è stato il momento più emozionante?
Senz’altro la messa della domenica mattina. È stata veramente commovente. Il parroco, Don Adalberto, è stato bravo… bravi i chierichetti in costume tradizionale che hanno letto la preghiera dei fedeli in patois. E la chiesa di Castel del Bosco così piena non capita spesso di vederla… Anche Paola Mongelli, che ha tenuto il laboratorio di fotografia, si è soffermata a immortalare il momento della messa.
Un’esperienza carica di emozioni?
Sì, soprattutto grazie ai quattro gruppi che si alternavano nei canti durante la messa. E poi il canto finale “Madonna Nera” intonato da tutti e duecento i presenti è stato molto coinvolgente! Poi l’atmosfera gioiosa si è trasferita sul sagrato dove hanno sfilato oltre duecento figuranti.
Da dove son arrivati i gruppi folkloristici che hanno partecipato?
I gruppi provenivano da varie regioni italiane: c’erano “I Amis” di Legnano, “Manghin e Manghina” di Galliate, “I Gioppini” di Bergamo, “I Frustatori” di Ferno, “I Danzatori di Bram” che vengono da Cavour, “I Rododendro” di Lanzo…
Sono veramente tanti…
Poi c’erano “I Tancitt” di Cunardo, il gruppo “Il Mottarone”, gli “Aoute Doueire” di Oulx, gli “Amixi de Boggiasco”, il gruppo degli “Orobico” di Bergamo, poi “Lou Pais Briancounes e, naturalmente, “La Tèto Aut”.
E il resto della festa come è andata?
Tutta l’organizzazione è stata perfetta, anche chi si è occupato di preparare il pranzo è stato molto in gamba, in pochi minuti sono stati serviti tutti i presenti poi la musica e i balli sono continuati fino alla sera.
Ci racconti qualcosa anche delle iniziative del sabato…
Il convegno del sabato pomeriggio è stato il momento meno partecipato, forse i temi culturali non appassionano tanto, sono però fiera della qualità dei relatori presenti (Piercarlo Pazè, Diego Priolo, Emile Gauthier, Mauro Durando e Enrico Lantelme). In particolare Mauro Durando de “La Cantarana” erano parecchi anni che non interveniva in iniziative come questa; d’altronde non basta raccogliere la cultura perché non si perda, bisogna anche diffonderla!
E la passeggiata serale seguendo le leggende?
È stata un’esperienza che ha avuto un grande successo. Eravamo una cinquantina; i giovani e meno giovani che si sono improvvisati attori in patois sono stati bravissimi: interpretavano le leggende, impersonavano le figure mitiche poi interveniva Diego Priolo che spiegava o arricchiva i racconti. Tutti dicevano: Serate così bisognerebbe farle più spesso!
Che cosa le resterà nella memoria di questa festa?
La cosa più bella è stata vedere tutto un paese radunato attorno a noi: chi faceva una cosa chi un’altra… Non siamo ancora nel periodo di agosto quando il paese si riempie di villeggianti, così sicuramente possiamo dire che tutti gli abitanti si sono mobilitati per aiutarci nei festeggiamenti ed è una grande emozione vedere tutto il nostro comune unito intorno alla Tèto Aut.
Nessun rammarico dunque?
L’unico dispiacere è che mancasse Ugo (ndr Piton, fondatore de “La Tèto Aut”, al quale nel convegno del sabato Alessandra Maritano del Museo Civico Etnografico del Pinerolese e l’assessore alla cultura di Pinerolo Martino Laurenti hanno assegnato il premio “I custodi del tempo” ritirato per lui dal figlio Piero), ma a lui, che fino a qualche mese fa sembrava un giovanotto, i novantasei anni hanno giocato qualche scherzo… l’ho visto prima della festa e mi ha detto: “Sai quello che bisogna fare e l’hai fatto…” e questo mi è stato di grande conforto…
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