Marzo 2015
In chiesa parrocchiale di San Genesio con i parenti e tanti amici lunedì mattina 23 febbraio per dare l’ultimo saluto a Ricardo Lussana, anni 88. Hanno celebrato la Santa Messa in suffragio di “Ricardo” Con una “c” sola come sottolineava lui sovente in famiglia, tra i compagni di lavoro e amici, don Luciano Chino e don Genesio Tarasco. Il sacerdote salesiano nel suo saluto ha ricordato i profondi legami d’amicizia tra le due famiglie. Presente il labaro dell’ A.N.P.I. sezione di Perosa Argentina e Valli con il presidente Giorgio Bonis che ha ricordato Ricardo giovane di 18 anni, col nome di battaglia “Piola”, per la sua scelta coraggiosa d’aggregarsi nelle “bande” dei partigiani. “Decise di andare con i partigiani perché non voleva servire la Repubblica di Salò e i tedeschi e con un piccolo zaino e pochi indumenti raggiunse la squadra dei fratelli Gay che aveva base al lago del Laux con altri duecento giovani con poche armi. In seguito fece parte della Decima Divisione Alpina val Chisone Adolfo Serafino comandata da Ettore Serafino. Dal maggio del 1944 al 25 aprile 1945 la marce, gli agguati e le battaglie nel freddo inverno tra la neve aggregato alla nota “Banda del Ticiun” per raggiungere la zona dei Faure. Rimessosi in sesto con un bagno caldo e il prezioso aiuto degli abitanti era finalmente arrivato il giorno della Liberazione. Con lui perdiamo un grande amico, ma la sua memoria e le sue scelte di uomo giusto e libero non verranno mai meno”. Testimonianza preziosa di tutta la sua vita scritta dalla figlia Maria Grazia e letta con un groppo alla gola dal nipote Claudio, dagli anni di giornalista con la penna e anche sui tasti del computer per gli ultimi articoli da corrispondente per le testate Eco del Chisone, Avvenire e l’allora Gazzetta del Popolo, al lavoro con i pantaloni corti nella “Filatura” di Perosa Argentina per oltre 40 anni in prima persona attraverso tutte le vicissitudini dell’azienda. Un lavoro da certosino di storico e scrittore con il libro “Storia della Manifattura di Perosa Argentina”. La sofferenza provata, già ormai anziano e ammalato, nell’assistere alla definitiva chiusura dello stabilimento e conseguente perdita dei posti lavoro. Sottolineato l’impegno negli anni ’70 con il fratello Carlo a fianco degli operai, colleghi, sindaci e rappresentanti delle organizzazioni sindacali e dell’allora ministro Carlo Donat Cattin, per impedire la chiusura, sia del Setificio Gütermann, sia della Manifattura ex Valle Susa. Tifoso della squadra di calcio del Perosa F.C. non mancava mai alla partite per riportare sul taccuino i punti salienti dei vari match. La lettera di Maria Grazia termina con l’ultimo saluto: “Prima di noi e con noi hai vissuto dei bei momenti, ma anche esperienze di dolore e sofferenza, che però hanno rafforzato i nostri legami di famiglia. Anche nella malattia ci hai insegnato qualcosa, la virtù dell’ accettazione, della pazienza. Non vogliamo ricordarti nella sofferenza, ma vogliamo ricordare il tuo sorriso, la tua dolcezza. Quando qualcuno che amiamo va via se ne va anche una parte di noi, ma abbiamo la certezza che nei nostri cuori verranno custoditi, per sempre, tutti i ricordi di quei momenti belli vissuti con te”.
Giovanni Berger