13 Novembre 2017
Quando le montagne bruciano
I sindaci
Nel salire verso le vette, gli amanti della montagna si sentono più vicini al Cielo. Ma il paradiso degli escursionisti può diventare inferno. Basta un incauto o criminale fiammifero.
I versanti montani tra Perrero e Roure, investiti dalle fiamme nelle scorse settimane, ne rappresentano un esempio: proprio il termine “inferno” ricorre nelle descrizioni dei giorni più tesi dell’emergenza da parte dei due rispettivi sindaci, Carlo Bouc e Riccardo Leger.
Quest’ultimo, sindaco di Perrero, racconta: «Già a luglio abbiamo avuto un incendio che, quando sembrava spento, tornava a riattivarsi. Nell’incendio di ottobre, l’intervento immediato di volontari antincendi e Vigili del Fuoco è stato decisivo per impedire che il pericolo si estendesse verso valle. La nostra fortuna, oltre alla bravura degli operatori a terra e sui mezzi aerei, è stata quella di avere una strada, quella che porta alle bergerie del Muret, che ha permesso di approvvigionare d’acqua le squadre di intervento per tenere sotto controllo la situazione. Ci sono, però, stati momenti terribili – soprattutto domenica 29 novembre – con il fuoco che sfuggiva da una parte o dall’altra a seconda del vento: i ceppi accesi rotolavano a valle diffondendo le fiamme anche in basso: era un inferno!» Da amministratore di lungo corso qual è, Leger, nel valutare la tragica esperienza, cerca però di trarre degli insegnamenti per il futuro: «Abbiamo capito che è necessario predisporre già in quota dei punti di attingimento d’acqua per gli elicotteri così da velocizzare le operazioni; bisogna poi pompare acqua in alto in modo da permettere agli operatori a terra di agire in coordinamento coi lanci aerei: questi abbattono le fiamme, mentre gli uomini bonificano il terreno». Sempre il sindaco perrerino non manca di esprimere la sua preoccupazione per i terreni: «Il fuoco ha bruciato le radici dell’erba, c’è il rischio che, in primavera allo scioglimento della neve – e speriamo che nevichi altrimenti, dopo la siccità di quest’anno, andranno in sofferenza le sorgenti in quota dei nostri acquedotti -, venga dilavato l’humus del terreno impoverendo ulteriormente i nostri pascoli».
Nelle parole di Carlo Bouc, sindaco di Roure traspare il sollievo per lo scampato pericolo, non disgiunto da una nota polemica: «L’incendio partito dal lato di Bovile (Perrero) si è diffuso attraverso la cresta anche da noi nel vallone di Garnier, per fortuna lontano dalle case, però in zone impervie e difficili da raggiungere a piedi. Sembrava spento, poi è ripartito, spostandosi verso il Selvaggio e il Colle della Buffa, poi ancora verso Bourcet dove ha messo a rischio Casette e Chazelet. Con l’impegno di tutti, soprattutto di AIB e Vigili del Fuoco a cui va un grande ringraziamento, le fiamme alla fine sono state domate. Si sarebbe potuto fermare definitivamente il fuoco già in precedenza, ma purtroppo è partita l’emergenza a Cantalupa e parte delle forze sono state dirottate là dove c’erano le case e c’erano… i politici!»
Le parole risentite testimoniano un sentimento emerso anche dai commenti di molti valligiani su Facebook e altri social network: il senso di abbandono delle zone montane da parte della città. D’altronde la difficoltà – anche per “cittadini” sicuramente preparati – nel comprendere le realtà montane viene evidenziata ancora dalle parole di Riccardo Leger «l’assessore regionale Valmaggia, parlando con me, era sorpreso nell’apprendere che il comune di Perrero avesse un’estensione di 63 chilometri quadrati».
Il coordinatore AIB
Nel sentire comune, oltre che nelle parole dei sindaci, si avverte un’immensa gratitudine per il lavoro e i sacrifici sopportati per un mese da parte degli operatori antincendi e, in particolare, le squadre AIB locali.
Il coordinatore di zona degli AIB, Rino Tron si schermisce: «Abbiamo operato come sempre, anche se stavolta le condizioni meteorologiche e orografiche non erano le più favorevoli». E spiega: «Le zone in cui si è sviluppato il fuoco sono difficili da raggiungere da terra per cui era essenziale l’intervento dei mezzi aerei; purtroppo a volte per il fumo, a volte per il vento non sempre potevano operare». A testimoniare l’insidiosità del fuoco che, come si suol dire, cova sotto la cenere racconta Tron: «Nonostante tutta l’acqua gettata, persino dopo due giorni di pioggia – e quasi nevicava -, c’era ancora del fumo e una ceppaia faceva da braciere…». Il coordinatore AIB delle Valli non disconosce l’esistenza di qualche problema operativo dovuto anche al rodaggio della nuova normativa antincendio: «quando era ora di dare il colpo finale al fuoco, forse è stata fatta una valutazione errata e si è sottovalutata la nostra situazione; d’altronde il sistema antincendio è nuovo e ha bisogno di essere messo in fase; forse sarebbe utile rendere più snella l’operatività: in zone dove da terra si può fare poco è essenziale la velocità dell’intervento dall’aria e, nel nostro caso, forse per l’inesperienza di alcuni DOS (direttori di operazioni di spegnimento) trovatisi a dover operare su territori che non conoscevano, questa velocità di intervento è mancata». Come purtroppo accade spesso «chi legifera non sempre ascolta chi poi lavora concretamente sul campo – continua Tron -; con il sistema precedente che era rodato, forse, l’emergenza sarebbe stata risolta prima, ma questa è la legge e noi ci adeguiamo: bisogna però cercare di imparare dall’esperienza e mettere a posto per l’avvenire quello che non ha funzionato al meglio».
Sulle origini dell’incendio Tron non lascia adito a dubbi: «In una vita nell’AIB, forse e sottolineo forse, ho assistito a un caso di autocombustione causato da un coccio di vetro che avrebbe fatto da lente; quest’anno a Salza e a Perrero si sono verificati due incendi dovuti alla caduta di fulmini, ma nel caso di cui stiamo parlando l’origine del fuoco è umana, probabilmente dolosa».
Conclude Tron: «Stiamo facendo ora tutta la parte burocratica – e non è poca parte del nostro impegno – e valutando i danni, prossimamente potremo fornire i dati precisi sulle conseguenze dell’ultimo incendio».
Il residente
Amena località alpina che diede i natali anche a monsignor Fernando Charrier, vescovo di Alessandria, Bourcet ospita al giorno d’oggi un unico residente stanziale, Ivo Negro.
L’esperienza dei lunghi giorni sotto la minaccia del fuoco, come è ovvio, non lo hanno lasciato indifferente: «Faceva paura, da casa mia ho visto il fuoco per giorni e poi c’era tanto di quel fumo che non si riusciva neppure a dormire: sono situazioni che non auguro a nessuno». Tanti i pensieri in quei momenti: «Quest’esperienza ha toccato tutti, ma soprattutto me: temevo di perdere tutto, non è una questione di soldi, ma del lavoro di tanti anni mio e di tanti che han dato la vita per questo paese. Poi, secondo me, è avvenuto un miracolo! Ho postato anche una foto su Facebook che ho chiamato appunto “Miracolo a Bourcet” perché, quando sembrava non esserci più speranza, improvvisamente il fuoco si è spostato, risparmiando le case: c’è stato l’intervento di Qualcuno che ha colto l’occasione di far vedere che Dio era lì presente accanto a noi».
Negro esprime la sua gratitudine: «Voglio ringraziare di cuore i volontari AIB e i Vigili del Fuoco: hanno dimostrato una grande preparazione e hanno fatto tutto quello che era nelle loro possibilità». Lo scampato pericolo, però, non cancella l’indignazione: «L’intervento è stato poco incisivo da parte della Sala Operativa che ha sottovalutato la situazione: il fuoco è stato attivo per 25 giorni, ma con un intervento tempestivo e adeguato dei Canadair e degli elicotteri si sarebbe risolto molto prima: gli AIB erano su per le operazioni di bonifica e aspettavano invano i lanci d’acqua dall’alto». Rincara la dose il “bourcettino”: «Ho intenzione di presentare ai carabinieri di Fenestrelle e alla Procura della Repubblica una denuncia precisa per chiarire le responsabilità: voglio avere risposte precise per essere sicuro che i problemi non si ripetano in altre occasioni».
GUIDO ROSTAGNO
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *