Quando chiude un’attività in montagna, muore un po’ tutto il paese. L’alimentari, la farmacia, il bar non sono solo esercizi commerciali: sono l’anima dei comuni più piccoli.
Senz’ombra di dubbio questo vale per il ristorante “Al Palazzetto” di Perrero, divenuto negli anni un punto di riferimento sia per le associazioni locali, sia per gli abitanti del paese della Val Germanasca. Ferruccio Genre, lo storico gestore, che ha raggiunto la pensione alla fine del 2018, racconta il curioso inizio della sua attività: «Facevo il muratore e, lavorando, mi ero fatto male. Non sapevo se avrei potuto continuare come prima, allora pensai di mettere a frutto la mia esperienza come cuoco e provare a gestire un locale». A Perrero in quel momento non c’erano più ristoranti: «Avevano, man mano, chiuso “Il cavallo bianco”, “Il fagiano”, il “Monte Castello”, e quando il comune organizzò la gara d’appalto per i locali del “palazzetto” – una struttura comunale che veniva usata uno o due volte l’anno – mi si presentò l’occasione di diventare ristoratore. Era il 2004». Come cuoco, Ferruccio non proviene dalla scuola alberghiera, ma «ho sempre cucinato in modo amatoriale, mi ero poi fatto una grande esperienza preparando da mangiare per le feste organizzate a Bovile da “Gli amici della montagna”». Bovile non è solo il luogo di origine di Genre, ma è stata anche la sua palestra di cucina e non solo con la pro loco: «Quando a fine dicembre ho festeggiato la pensione, ho ricordato e ringraziato tante persone che mi hanno aiutato in questi anni, ma ho dimenticato quella più importante, mia madre, che per prima mi ha insegnato a cucinare e che purtroppo è mancata pochi mesi dopo l’apertura del Ristorante». Germana Grill – come testimonia il cognome – era originaria di Prali, trapiantata a Bovile dopo il matrimonio con Adriano, trasmise al figlio la padronanza dei piatti della tradizione valligiana. «Siamo specializzati nella cucina locale, ma anche nel preparare il pesce: i clienti che arrivano pensando “Cosa c’entra il pesce con Perrero?” si son sempre dovuti ricredere!».
In quindici anni di onorata carriera, nel suo locale sono passati personaggi di ogni sorta: «All’ultima festa di Santa Barbara abbiamo avuto ospite Sergio Chiamparino che arrivava dalla visita a “Scopriminiera”». Ma è stato solo l’ultima delle personalità capitate in quel di Perrero; alcuni sono diventati affezionati clienti come «l’ex vicesindaco di Pinerolo, Gian Piero Clement che già aveva assaggiato la mia cucina alle feste di Bovile».
Ma il successo del ristorante deve molto al ruolo ricoperto per la comunità di Perrero sia nei momenti allegri che in quelli bui. «Dopo l’alluvione, le squadre che lavoravano, facevano base da noi. Anche le associazioni – in particolare il parroco don Pasqualino, che fin dall’inizio dell’attività mi ha sostenuto – si ritrovano da me non solo per mangiare, ma anche per combinare le loro iniziative».
Anche l’atmosfera di Perrero è una componente del buon andamento del ristorante: «La clientela è tranquilla e non ha mai creato problemi: per questo devo ringraziare i carabinieri della stazione locale. Che, in modo discreto, sono presenti in paese e creano un clima di sicurezza». E gli stessi malviventi locali non fanno paura, se «l’unica volta che da noi è passato un ladro, lo abbiamo individuato seguendo come traccia bottiglie di vino rubate lasciate, vuote, lungo la strada».
Nel parlare del “Palazzetto”, nonostante la pensione Ferruccio adopera sempre l’indicativo alla prima persona. Lo sente ancora un po’ suo, anche perché il nuovo gestore – l’inaugurazione è stata lo scorso 25 gennaio -, Francesco Canonico, «è stato mio vice-cuoco per alcuni anni – grazie a lui abbiamo iniziato a fare anche le pizze – e sono sicuro che, insieme a suo padre Giorgio, continuerà a tenere alto il buon nome del ristorante».
GUIDO ROSTAGNO