Alcuni volontari hanno rimesso a nuovo il sentiero per Rocca Nalàis e installato una “croce di vetta” per non scordare un luogo tanto bello.

 

Recuperare la memoria dei luoghi è una missione che Massimo Bosco persegue da anni (come testimonia il suo libro “Sentieri di storie e fatiche. Itinerari dissepolti dai rovi nelle alture di Perosa Argentina e dintorni” uscito nel 2021 per LAR editore).

 

Rocca Nalàis

L’ultimo recupero riguarda la posa di una croce a Rocca Nalàis, che in passato «era un passaggio obbligato per accedere ai pascoli più alti e per quelli che andavano a vendere i loro prodotti al mercato di Forno di Coazze».

 

Per andare oltre

Un luogo che già dal nome – «Rocca Nalàis deriva dal modo di dire “Roccho pour anà lài” ossia “per andare di là, oppure, oltre”» – racconta di questo importante ruolo di collegamento tra valli.

 

Una croce per non dimenticare un luogo così bello

«I signori Renato e Bruno Dema – ricorda Massimo Bosco – durante le mie interviste, con gli occhi lucidi mi dissero “un luogo così bello non deve cadere nel dimenticatoio” e insieme hanno costruito questa croce. È stata una giornata tosta e appagante – quella della posa di questa croce – ma almeno Rocca Nalàis sarà sempre più una meta. Già diversi camminatori l’hanno raggiunta, alcuni mi hanno riferito che l’ultimo tratto è davvero impervio, ma è stato così da sempre, nessuna “autostrada”».

 

Grazie ai compagni di avventura

Massimo non manca di ringraziare i suoi compagni in questa avventura – «Fabrizio Comba che ha sistemato il sentiero, la competenza di Andrea Sorbino, Claudio Laggiard, Renzo Comba, Riccardo Richiardone, Giancarlo Sanavio, la sindaca di Perosa Nadia Brunetto e l’Associazione Poggio Oddone» – e pur dovendo ancora ultimare le finiture augura «buona camminata a chi vorrà salire».