Il coordinatore del CST di Perosa Enzo Lagrua spiega il ruolo del volontariato per gli ospiti del Centro: «Non importa solo cosa si fa, conta che io sono lì per te».

 

La volontaria Elena Gariglio con l’operatrice Manuela Ressent e alcuni membri dell’ultima attività nata al CST di Perosa, il laboratorio fotografico. (Foto Nando Busin)

 

Falegnameria, camminate in montagna, telai, orto, fotografia. Se a molti possono sembrare parole alla rinfusa, per chi frequenta il Centro Socio Terapico di Perosa Argentina rappresentano tappe significative delle loro giornate. «Grazie ai quindici volontari i nostri ospiti sanno di essere pensati – sottolinea il coordinatore del Centro Diurno per persone diversamente abili, Enzo Lagrua –, questo è l’aspetto principale delle varie attività che proponiamo grazie alla presenza dei volontari».

Proposte educative personalizzate

Nulla di improvvisato, però. «Tutto inizia con la stesura di un Pei (ndr Progetto educativo individuale) dove si prevedono degli strumenti per raggiungere degli obiettivi. Gli strumenti sono le attività, i mezzi che ci permettono di raggiungere gli obiettivi pensati per ogni nostro utente».

 

L’importanza dei volontari

Senza trascurare il ruolo degli operatori professionali, molte attività sono rese possibili grazie al volontariato. «Qualche anno fa, per varie ragioni avevamo perso alcuni volontari “storici”, ma dopo l’appello che lanciammo allora, ne sono arrivati altri ognuno con le sue specificità. C’è il pensionato che mette a disposizione le competenze e i ferri del mestiere che ha usato tutta la vita, così come c’è chi viene a riempire un vaso (che non si riempirà mai!) con la semplice disponibilità “ditemi come possa esservi utile”. Fare volontariato è prendersi un impegno, una responsabilità; decidere se nella propria quotidianità si possono ritagliare alcune ore per dedicarle agli altri. Ci sono molti modi di metterlo in pratica, basta trovare quello più adatto a sé».

 

Laboratori e attività

Così sono nati laboratori di falegnameria, di attività creative, di tessitura (grazie anche alla disponibilità di numerosi telai), un piccolo orto curato dai ragazzi del Centro, e dall’inizio del 2023 il laboratorio di fotografia. Senza dimenticare il Gruppo di montagnaterapia portato avanti grazie a volontari delle sezioni CAI Val Germanasca e Pinasca.

 

Tempo che innalza la qualità del servizio

«Dal punto di vista educativo e formativo – sottolinea Enzo – il tempo che i volontari dedicano al servizio, innalza la qualità del servizio stesso; lavorare con i diversamente abili non significa “far compagnia”, ma prevede un percorso consapevole, mirato a degli obiettivi di miglioramento e cambiamento, per favorire un benessere fisico, psicologico e sociale, verso una migliore qualità di vita e inclusione nella società».

 

Un’esperienza che trasforma i volontari

Un impegno che trasforma anche i volontari. «Ognuno di loro mette in gioco la propria persona, le proprie emozioni e le proprie esperienze. Mai come in questo momento storico, infatti, donare il tempo ha un valore prezioso: tempo di fare delle cose insieme, dove non importa solo cosa si fa, conta che io sono lì per te; tempo per una risata; tempo da dedicare ad un caffè insieme, ma soprattutto tempo di ascolto senza giudizio, e ancora più importante senza pregiudizio. I nostri volontari ci regalano il meglio di sé, pensano i nostri ragazzi, comprano i cd di Sanremo o portano le loro macchine fotografiche. Piccoli gesti che non hanno la presunzione di sostituire l’attività degli operatori, ma proprio perché i volontari non devono sostituire gli operatori regalano alle persone momenti di preziosa quotidianità».

GR