Il Teatro Piemont non era pieno venerdì 14 dicembre. Forse per l’ora pomeridiana, forse per un po’ di disinteresse. Eppure il tema dell’incontro – convocato dall’Istituto Comprensivo “Gouthier” insieme ai sindaci di Prali, Salza, Perrero, Pomaretto, Perosa, Roure, Fenestrelle, Usseaux e Pragelato – non era certo irrilevante, soprattutto per le famiglie di chi dovrebbe frequentare le prime classi nel 2019-2020: illustrare i dati previsionali sulle iscrizioni e discutere le criticità di alcuni plessi e cercare delle soluzioni per contrastare lo spopolamento e salvaguardare la scuola come presidio del territorio montano. Magari, potendo contare sulla solidarietà della più popolosa bassa valle.

La preside Loredana Grabbi durante il suo intervento

Molti i sindaci intorno al tavolo, nessuno, però, da Perosa in giù. Il padrone di casa, Andrea Garavello, nella sua introduzione ha enumerato i dati sulla popolazione scolastica del comprensorio del “Gouthier”. E se la media regionale per istituto comprensivo è di 950 allievi, l’area da Perosa in su ne ha circa 550 (500 è il limite in deroga per i territori montani), mentre il vicino istituto “Marro” (Villar Perosa) ne conta oltre 850. E ha concluso suggerendo – ma potrebbe essere qualcosa in più di una suggestione – che riportare Pinasca nell’orbita di Perosa (come già in passato), potrebbe essere l’escamotage per riequilibrare il numero di bambini e scongiurare il rischio di un futuro accorpamento degli istituti in uno unico, ma gigantesco (25 plessi e 1400 alunni).

Anche la dirigente scolastica del “Gouthier”, Loredana Grabbi, ha sciorinato cifre preoccupanti, soprattutto per i prossimi due anni. A Perosa nel 2019-2020 la prima elementare potrebbe avere solo 9 iscritti; i nati del 2013 negli altri paesi arriva a mala pena a 24. A destare maggiore apprensione è la sopravvivenza delle scuole montane. Il rischio è di vedersi tagliare le sezioni, con pluriclassi dalla prima alla quinta e la perdita di classi a tempo pieno e di insegnanti: «quelli più giovani e con maggiori energie – rimarca la Grabbi -. Tutti già con formazione universitaria, che potrebbero garantire un futuro a queste scuole».

La dirigente scolastica, Loredana Grabbi sul palco attorniata dai sindaci

Non migliore appare la situazione della scuola secondaria. Con l’eventuale perdita di una sezione a Perosa, l’istituto rischierebbe di diventare destinazione poco ambita per gli insegnanti, non potendo garantire cattedre a pieno orario.

I sindaci, con l’appoggio dell’associazione piccoli comuni, per scongiurare la perdita di classi (e dei posti di lavoro di docenti e collaboratori scolastici) hanno richiesto per l’anno a venire una deroga all’assessorato regionale, ventilando la messa in atto “di misure di carattere strutturale, a livello di amministrazione dei territori e di erogazione dei servizi, per contrastare lo spopolamento delle valli”. Belle parole a cui non sembra scontato dare corpo. Anche perché al di là della difesa dell’esistente, non è chiaro come contrastare un fenomeno, quello dell’invecchiamento della popolazione, alimentato soprattutto dalla carenza di posti di lavoro e di servizi al cittadino.

Non che i comuni siano inerti: su edifici e attrezzature scolastiche tutti stanno investendo; si stanno cercando di calmierare i buoni mensa (legandoli all’indicatore della situazione economica familiare) e in alcuni casi sono allo studio servizi di pre e post-scuola. E il comune di Perrero mette addirittura a disposizione un bus per chi da Pomaretto volesse salire per frequentare le medie. Così da ovviare a una delle criticità maggiori del territorio, quella dei trasporti pubblici.

A portare un messaggio di speranza, in una platea in cui spiccavano i posti vuoti – che denotavano non solo la denatalità, ma anche lo scoraggiamento del territorio – sono state le parole di una mamma di Pinasca, la cui intenzione sarebbe di iscrivere i suoi figli alla scuola media di Perrero.

G.R.