Periodicamente, sia sui media sia con mozioni politiche torna all’attenzione del mondo il fallimento AgeSS (l’Agenzia di Sviluppo Sostenibile nata in Val Pellice nel 1999 e conclusa tristemente pochi anni dopo).
Una vicenda che, oltre ai problemi cagionati a chi vantava dei crediti da recuperare, ha sicuramente avvelenato i rapporti nel territorio delle Valli. «Senza la vicenda AgeSS – commenta Laura Zoggia, presidente dell’Unione Montana Valli Chisone e Germanasca – si sarebbe potuta costituire un’unica Unione sul territorio dell’ex Comunità Montana del Pinerolese».
A riportare in auge la discussione è stata la recente adesione da parte dell’Unione Montana Pinerolese (l’Unione Val Chisone l’aveva fatto) alla proposta formulata dalla Regione e che prevede di ripianare, anziché l’intero ammontare della pendenza, solo il 60%. Un esposto del Movimento 5stelle – a firma del consigliere regionale Federico Valetti e della consigliera di Torre Pellice, Rosanna Vecchietti – contestano sia le modalità di questo “piano di rientro”, sia il «silenzio su questi fatti da parte delle Amministrazioni pubbliche» – che, a onor del vero e lo testimoniano le polemiche ripetute sui giornali e l’esposto alla Corte dei Conti del sindaco di Villar Perosa, tanto silenti non sono state -.
Certamente il dente dolente di tutta la storia è la ricaduta di un debito imputato alla Comunità Montana Val Pellice su enti nati in seguito (Comunità Montana del Pinerolese e poi le Unioni nate da questa). Sottolinea Laura Zoggia: «È un’ingiustizia che i comuni (e i loro cittadini) senza responsabilità per AgeSS devano pagare un debito derivato dalle decisioni di amministratori pubblici di un tempo – anche gli attuali amministratori della Val Pellice non ne possono nulla! – che difficilmente saranno chiamati a risponderne». Anche le spese sostenute per resistere in tribunale davanti alle richieste del curatore fallimentare sono mal digerite: «Si sono sprecati duecentomila euro tra spese processuali e onorari».
Il consigliere regionale Elvio Rostagno, che ha seguito da vicino la questione insieme all’assessore Reschigna per cercare una soluzione, invece sottolinea: «La vicenda AgeSS è più complessa di come la si presenta a volte; il coinvolgimento della Comunità Val Pellice nasce da un contributo regionale che allora fu versato all’agenzia per un aumento di capitale e non come semplice contributo. Il tutto fu però avallato dai funzionari e dai revisori dei conti…» E come se non bastasse: «Ai tempi davanti a un disavanzo di 135mila euro, il consiglio di amministrazione di AgeSS scelse di mettere la società in liquidazione, ma fu il tribunale a decidere invece per la procedura fallimentare». Per quanto riguarda invece l’intervento della Regione: «La politica è intervenuta non per risolvere – e neppure poteva farlo – le vertenze giuridiche, ma per i problemi politici con una soluzione di buon senso: l’alternativa per i comuni sarebbe stata di accollarsi l’intero debito!»