ROBERTO ROSTAGNO ARCHITETTO libero professionista, sindaco del comune di Pinasca, è il nuovo portavoce per la zona omogenea n.5 Pinerolese della Città Metropolitana di Torino. È stato eletto durante l’assemblea dei sindaci svoltasi il 19 ottobre presso la Sala Rappresentanza del comune di Pinerolo. Assume l’incarico del precedente portavoce Eugenio Buttiero, ex sindaco della città di Pinerolo, causa decadenza. Sempre durante la riunione sono stati individuati tre vice-portavoce, primi cittadini dei loro rispettivi comuni: Ilario Merlo (Bricherasio); Luca Salvai (Pinerolo); Leopoldo De Riso (Airasca).
Sindaco Rostagno, l’elezione a portavoce della zona omogenea n.5 del Pinerolese era scontata?
Assolutamente no. Ringrazio i colleghi sindaci che hanno avanzato la mia candidatura riconoscendo il lavoro svolto come vice dell’ ex sindaco di Pinerolo Eugenio Buttiero, che ricopriva la carica precedentemente. Ringrazio poi tutti coloro che, pur non potendo essere presenti, mi hanno manifestato il loro appoggio
Quali sono i compiti del nuovo incarico che coinvolge non uno solo, ma ben quarantacinque comuni?
Sotto il profilo strettamente istituzionale il portavoce, in primis, convoca e presiede l’Assemblea dei sindaci della Zona Omogenea, poi rappresenta il territorio in seno al Consiglio della Città Metropolitana e fa parte del Collegio dei Portavoce, che svolge funzioni di coordinamento tra le Zone omogenee e gli organi della Città Metropolitana. Il portavoce inoltre deve perorare le cause del territorio evidenziando le necessità e criticità che si presentano, e dovrà in questa fase di nascita della Città Metropolitana coordinare i lavori della stesura di un piano strategico del pinerolese che ben si vada ad innestare nel più ampio piano della Città Metropolitana.
Morta la Provincia è nata la Città Metropolitana sempre con sede a Torino. Di fatto che cosa cambia?
La Città Metropolitana di Torino ha la stessa estensione della Provincia e ciò la rende anomala, perché non comprende solo il capoluogo e la sua cintura, come le altre, ma ben 315 comuni che si estendono fino al confine con la Francia. La Provincia era un ente molto strutturato, con molti dipendenti ma anche con molte funzioni e servizi da svolgere, che solo in minima parte sono stai riassorbiti dalla Regione. Pensiamo solo ai numerosi chilometri di strade, agli istituti scolastici superiori, alla fauna e flora selvatica ecc… È stata spesso indicata come la causa di molti mali e sprechi, ma non credo che lo fosse. In compenso la Città Metropolitana ha subito un clamoroso taglio delle risorse, ai trasferimenti, che è la principale causa delle difficoltà in cui versa l’Ente in questo momento. Ha però maggiore vocazione progettuale di sviluppo per il suo territorio anche riguardo ad ambiti che non le competono direttamente. Una vocazione che si delineerà con la stesura del Piano Strategico Metropolitano.
Le risorse per poter raggiungere i traguardi dei progetti da dove arriveranno?
Le Città Metropolitane nascono per essere attrattori di risorse provenienti dall’Europa. La zona omogenea del pinerolese, con capofila il comune di Pinerolo, l’anno scorso ha partecipato e vinto un bando della Compagnia di San Paolo, all’interno del programma “Torino e le Alpi”, per l’elaborazione di “Strategie per lo sviluppo locale del Pinerolese” volto ad analizzare la situazione locale. In sintesi: fabbisogni, criticità dinamiche, potenzialità, progettualità in atto. Cioè costruire un quadro di riferimento per l’individuazione delle priorità d’intervento; delineare le possibili strategie di sviluppo integrato sul medio periodo (2016-2020) all’interno della programmazione europea.
I piccoli comuni di montagna, sovente dimenticati, quali vantaggi potranno ottenere?
Con la Città Metropolitana il rischio di un’eccessiva Torino-centricità dell’utilizzo delle risorse si controbilancia con la possibilità di far parte di un ente che può avere una sua fisionomia a livello Europeo. Questo, nel concreto, significa poter accedere a finanziamenti che arrivano dall’Unione Europea.
Giovanni Bergè