18 Gennaio 2021
Inverso Pinasca. I ristoratori chiedono una zona bianca dove far ripartire le loro attività
Nelle intenzioni, oggi pomeriggio (18 gennaio) al salone polivalente di Inverso Pinasca avrebbero dovuto essere oltre un centinaio i ristoratori e gli esercenti delle valli Chisone e Germanasca a radunarsi per manifestare da un lato il loro disagio, dall’altro alcune proposte per provare a superare la crisi Covid. Poi il passaggio della Regione in zona arancione ha limitato le presenze ad alcuni rappresentanti, agli esponenti di CNA e Confesercenti. Così, introdotti dal vicesindaco di Inverso, Enrico Tron, hanno esposto le loro riflessioni Ester Tagliaferri (per gli imprenditori del territorio), Carlo Chiama Direttore di ConfEsercenti Torino e provincia e, per ConfArtigianato, Paolo Alberti e Filippo Provenzano (segretari rispettivamente di CNA Torino e CNA Piemonte).
L’accalorato intervento di Ester Tagliaferri ha richiamato l’importanza di chiedere provvedimenti realistici da parte del Governo: l’ultimo DPCM apre alle “Zone bianche”, ma solo con un inattuabile indice di contagi di 50 casi ogni centomila abitanti. «È un indice che non raggiungeremo mai, neppure tra sei mesi e neppure con il 70% di italiani vaccinati!» Oltre a manifestare il disagio (di chi si trova a non lavorare, con i dipendenti in Cassa Integrazione e, al contempo, con spese fisse e debiti da ripagare), i convenuti hanno provato proposte concrete, come l’ipotesi di creare delle sub-aree “bianche” dove poter ripartire con le attività di ricezione secondo i protocolli Covid, ma in modo continuativo e senza le limitazioni delle zone “colorate”. Una soluzione possibile solo rivedendo i parametri stabiliti per l’indice di contagio e di cui, in particolare, le aree montane avrebbero oltremodo bisogno. Tra le altre richieste emerse ristori tempestivi e dignitosi, la rateizzazione dei carichi fiscali e, soprattutto, l’indispensabile apertura di un tavolo di confronto guidato dalle associazioni di categoria con gli enti territoriali (a partire dall’Unione dei Comuni per arrivare fino alla Regione) ai quali chiedere l’appoggio che questi possono garantire.
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