Non erano tanti. Non era possibile per via delle norme. Altrimenti ci sarebbe stato ben più di un assembramento davanti alla sede dell’Unicredit di Perosa Argentina, ormai chiusa dal 19 marzo, ora senza neppure il bancomat che funzioni. C’erano però i sindaci di Perosa e Pomaretto, Nadia Brunetto e Danilo Breusa. E c’era il parroco di Perosa, Mauro Roventi Beccari. E alcuni cittadini. Tutti con il loro cartello “Vergogna” rivolto contro un’istituzione latitante. Per non dir di peggio.

Alle lettere spedite da Nadia Brunetto, solo risposte evasive. «Scrivono “ci dispiace, capiamo il vostro disappunto… dobbiamo fare una disinfezione dei locali, ma potete andare allo sportello di Pinerolo“», sottolinea la prima cittadina di Perosa, sentendosi presa in giro in un momento così tribolato come l’emergenza per il coronavirus. «Proprio adesso che noi sindaci insistiamo quotidianamente con i cittadini affinché rimangano a casa e si spostino il meno possibile, l’Unicredit ci dice che dobbiamo andare a Pinerolo. Ci sono anziani che non hanno il bancomat, che non guidano e non hanno parenti per accompagnarli e noi dobbiamo dirgli di andare a Pinerolo…». Tra le righe il timore è che l’intenzione di Unicredit sia di chiudere lo sportello perosino (dopo la chiusura, pochi anni fa, dello sportello di Villar Perosa e il depotenziamento di quello di Pinasca).

Anche tra i cittadini presenti il sentimento più diffuso è la rabbia. C’è chi deve ritirare dei documenti nella cassetta di sicurezza, ma non può. E c’è chi deve pagare dei debiti, ma si trova nell’impossibilità di farlo. Probabilmente la banca è già proiettata in un futuro dove tutti sono giovani e 2.0, capaci di gestire i propri soldi con le modalità on line. Peccato che a Perosa e in molti paesi d’Italia abbondano gli anziani. Persone oneste e dignitose, che hanno il grosso difetto di voler vedere in faccia chi gestisce i loro risparmi. E nell’attaccare sulla porta della banca i cartelli di protesta qualcuno sospirava: «Sembra di essere tornati al ’68». Forse il nemico di oggi è lo stesso di allora.