«Siamo nati come associazione nel 2007 dall’incontro in Comunità Montana di un gruppo di mamme con in comune un figlio con un percorso di vita più difficile degli altri, unite dal desiderio di creare un futuro migliore per ogni bambino in difficoltà».

Così riassume Marina Mourglia, presidente de “Le ali spiegate Onlus”, l’origine di questa associazione (con sede a San Germano, ma rivolta a famiglie provenienti anche da fuori pinerolese), che cerca di «promuovere l’inclusione dei disabili nel tessuto sociale, con progetti volti migliorare le loro capacità e autonomie».

Se a scuola accanto a questi ragazzi è prevista la presenza di insegnanti di sostegno e educatori, non altrettanto – per ragioni di costi – accade per andare da casa all’istituto scolastico. «Ci sembrava brutto – spiega Marina – che i nostri figli venissero trasportati in taxi o ambulanza. Così abbiamo proposto all’allora Comunità Montana di farli accompagnare sui mezzi pubblici. Noi abbiamo cercato – in genere universitari di scienze dell’educazione – persone disponibili a questo servizio», a cui l’ente pubblico «dà dei rimborsi che a degli studenti fanno anche comodo». Attualmente grazie a cinque accompagnatori – una stessa persona ne può accompagnare anche più di uno – otto ragazzi vanno a scuola sul pullman. E acquisiscono autonomia e capacità di scelta: «Gli accompagnatori lasciano che i ragazzi prendano decisioni. Nel percorso dalla prima alla quinta alcuni hanno imparato a viaggiare da soli».

Tra le occasioni di crescita di ogni teenager, emerge l’esigenza di uscire da soli con gli amici. Non fanno eccezione a questa regola gli adolescenti con disabilità. «C’è un progetto chiamato “Voglio uscire anch’io”, che attraverso un laboratorio teatrale inclusivo permette ai nostri di fare amicizia con ragazzi non disabili con i quali, poi, una o due volte al mese escono in gruppo per una pizza e karaoke o bowling». Insieme a loro «vanno educatori giovani, in modo che non si sentano “custoditi” da figure simili ai genitori». Il laboratorio teatrale si sviluppa per circa sette mesi nel periodo scolastico come esperienza inclusiva: «Normalmente il lavoro portava a uno spettacolo-saggio finale destinato alle famiglie, quest’anno, però, per la prima volta – era già diversi anni che ci invitavano – coi genitori abbiamo deciso di aderire all’esperienza dello “Sghembo Festival”». Per il 2019 «ci è stato chiesto di partecipare allo spettacolo inaugurale delle prossime Mini-olimpiadi di Valle (ndr in programma a giugno a Pinasca)».

L’associazione cerca di supplire, a volte, dove manca l’intervento pubblico. «D’estate, quando i bambini con disabilità sono affidati esclusivamente ai familiari, proviamo a garantire loro l’assistenza di un educatore insieme al quale, ad esempio, possono partecipare all’Estate ragazzi». Sempre durante le vacanze estive si attiva il progetto “Vacanza serena” in cui «le famiglie con figli minorenni sono affiancate da dei volontari che trascorrono una serie di ore con i piccoli, consentendo ai genitori anche solo di potersi addormentare serenamente sulla sdraio». Per i ragazzi più grandi, invece «sono previsti week end da soli in compagnia di amici ed educatori».

Per sovvenzionare le varie attività – che non possono reggersi solo sul volontariato – la Onlus periodicamente organizza cene o altre raccolte fondi – «a volte al posto delle bomboniere per battesimi o matrimoni ci donano il corrispettivo e noi diamo loro delle pergamene» -.

E se le difficoltà economiche del territorio non aiutano, sopperisce l’entusiasmo affinché tutti i bambini che ne hanno bisogno, possano ricevere aiuto per spiegare le loro ali.

GUIDO ROSTAGNO