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Territorio  

A Villar la parola d’ordine è “Prima l’Italiano”

A Villar la parola d’ordine è “Prima l’Italiano”

Lo insegnava già la storia della Torre di Babele: quando non si parla la stessa lingua, è impossibile costruire qualcosa.

L’ha ben chiaro l’amministrazione villarese che, per aiutare alcune donne straniere ad imparare l’italiano, ha organizzato un corso specifico grazie alla collaborazione di alcune insegnanti in pensione.

La torre di Babele in un celebre dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio

Serenella Pascal, l’assessore che ha seguito più da vicino l’iniziativa, ne racconta l’origine: «Nel mese di aprile un gruppetto di signore marocchine era venuto da noi in comune per esprimerci le loro difficoltà ad integrarsi nel paese, non conoscendo la lingua».

Valutata con favore la richiesta, anche se con la cautela di attendere l’esito delle elezioni comunali di fine maggio, l’amministrazione si è mossa: «Grazie a un passaparola tra le maestre in pensione, abbiamo iniziato una serie di riunioni per organizzare il corso». L’adesione delle insegnanti è stata immediata e qualificata: «Sono entrate a far parte del gruppo anche alcune docenti che già avevano l’esperienza di corsi per persone non madrelingua a Pinerolo». L’entusiasmo delle maestre ha superato difficoltà contingenti come le differenze di istruzione tra le varie allieve: «Si va da chi è analfabeta anche nella sua lingua (l’arabo) a chi invece ha già alle spalle un percorso di studi anche di buon livello (c’è persino chi in Marocco aveva conseguito il diploma da infermiera)».

Il Marocco da cui provengono molte donne del corso di Italiano

Testate le conoscenze delle signore extracomunitarie, sono stati formati dei gruppi di livello omogeneo e, come nelle altre scuole, a metà settembre han preso inizio le lezioni. «Si tratta di giovani mamme, che hanno un po’ di tempo a disposizione quando i figli vanno a scuola». All’origine della richiesta di imparare l’italiano da parte di queste mamme, c’è anche il desiderio – impossibile senza conoscere la lingua – di poter seguire i bambini nello studio.

L’assessore Serenella Pascal

«Per ora – prosegue l’assessore Pascal – l’approccio è rivolto a far imparare alle partecipanti a leggere e scrivere l’Italiano e gli elementi di base per potersi integrare nella comunità. Per i bambini che vanno a scuola e i mariti che lavorano, l’integrazione è più facile: per le donne, che restano a casa, è più difficile inserirsi nella vita del paese». Col tempo l’obiettivo è di «riuscire a creare, coinvolgendo altri volontari, gruppi di conversazione e un centro d’incontro, in modo da accrescer in loro la padronanza della lingua e, soprattutto, far conoscere la nostra cultura». Non esistono, ovviamente, vincoli etnici o culturali, tanto che «di recente ha iniziato a venire anche una ragazza brasiliana».

Marco Ventre, un sindaco molto attivo sui social network

Come suo solito, il sindaco Marco Ventre ha dato la notizia dell’avvio dei corsi sul suo profilo Facebook, raccogliendo in genere il consenso dei cittadini, anche se non è mancato qualche commento critico che interpreta l’accoglienza e l’insegnamento della lingua a eventuali clandestini come complicità col traffico di esseri umani che incentiverebbe le partenze dei migranti.

Un esempio, in piccolo, della contrapposizione tra chi proclama “Prima gli italiani” e chi suggerisce “Prima l’Italiano”.

GUIDO ROSTAGNO

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