Per i 20 anni del Seminario missionario diocesano Redemptoris Mater di Luserna sabato 28 gennaio si è esibito, nel Santuario della Medaglia Miracolosa, il Coro d’le Piase di Campiglione. A curare il concerto e il repertorio del coro campiglionese è stato come sempre il maestro Stefano Arnaudo. «Abbiamo sempre cercato di fare, nelle nostre esibizioni cerchiamo di raccontare l’identità alpina. Quindi proponiamo canti alpini della prima e della seconda guerra mondiale. Nella seconda parte dello spettacolo invece abbiamo voluto dare spazio ad una cernita di brani che raccontino l’idea del missionario. In particolare “La sacra spina” di De Marzi, una novità per il nostro coro, racconta di un frate che girovagando per il mondo trova e porta con sé questa sacra spina e con questa diffonde il Verbo».
Il Coro ANA è ormai una realtà consolidata sul territorio e sempre più di frequente viene chiamato per eventi, anche se in questo caso il giro è stato più imprevedibile del solito come ci racconta il maestro Arnaudo. «Paradossalmente siamo stati invitati a questo evento tramite la Farnesina. Paolo Sabatini, che abbiamo conosciuto nella trasferta in Belgio, all’epoca era direttore dell’Istituto Italiano di cultura a Bruxelles e ha terminato il suo incarico proprio con il nostro concerto. Attualmente è il responsabile culturale della Farnesina e quando ha saputo del seminario missionario ci ha chiesto se eravamo disponibili per partecipare. È stato anche piuttosto divertente perché lui non conoscendo le nostre zone ci ha presentato il posto come sperduto nella provincia piemontese, non sapendo che Luserna si trova a pochi chilometri da dove proviamo noi ogni settimana».
Bruxelles, città che diventa ricorrente nella vita del maestro Arnaudo, che con questo concerto chiude temporaneamente la direzione del Coro d’le Piase per volare in Belgio. «Con il coro abbiamo potuto esibirci a Liegi, davanti alla regina Paola e ora per alcune fortunate coincidenze il lavoro mi porta nuovamente in Belgio, a Bruxelles al “Théâtre de la Monnaie”. Sarò in rinforzo all’organico corale del teatro di stato del Belgio e lavoreremo alla produzione di un vero e proprio colossal. “Bastarda”, unirà in due sere di spettacolo quattro capolavori di Gaetano Donizetti. Il concerto di sabato è quindi molto importante per me ma soprattutto per il Coro d’le Piase, perché dopo averci dedicato moltissimo tempo negli ultimi anni dovrò “lasciarlo volare” con le proprie ali».
Il Maestro Arnaudo, però, non è spaventato dalle future sfide del coro, fiducioso nel direttivo che si è creato in questi tre anni di formazione e consolidamento. «Sono sicuro che il futuro del coro ANA sarà roseo. Mi auguro di avergli dato gli strumenti per camminare da solo e so che chi subentrerà farà di tutto per sviluppare ancora repertorio, preparazione e entusiasmo».
Arriva anche un suggerimento per chi volesse seguire questo tipo di carriera, per chi amasse talmente tanto la musica da volerne fare un lavoro: «Questo è un lavoro che non puoi inventarti, devi studiare e tanto. Non solo durante il classico percorso di formazione ma soprattutto dopo, per conto proprio, e per farlo esserne appassionati è l’unico via. Come tutte le carriere artistiche in Italia, spesso si possono incontrare grosse difficoltà ma bisogna anche essere in grado di prendere al volo le occasioni. Il treno passa una volta sola e bisogna sapersi trovare pronti».
Federico Depetris