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Agriturismi, nuova legge regionale per stanare i "falsi agricoltori"

Agriturismi, nuova legge regionale per stanare i

È stata approvata all’unanimità, nella seduta del 17 febbraio, la proposta di legge regionale n. 38/95, “Disciplina dell’agriturismo”. L’intento è quello di normare e riqualificare l’offerta del settore agrituristico con un’attenzione particolare ai prodotti agricoli locali.

La nuova legge stabilisce che d’ora in poi gli operatori piemontesi dovranno acquistare almeno il 60% dei prodotti alimentari presso altre aziende subalpine e di questa quota, almeno il 25% deve essere di produzione propria.

Inoltre, è stata introdotta l’“ospitalità rurale famigliare”, una nuova forma di accoglienza agrituristica che prevede solo l’uso del fabbricato abitativo dell’imprenditore, e non di altre strutture collegate, con la possibilità di ricevere e somministrare pasti a un massimo di dieci persone al giorno.

È una legge di cui si parlava da tanto, essendoci l’esigenza di “smascherare” le false attività nate come agriturismi ma che in realtà fanno tutt’altro. Relatore di maggioranza è stato Elvio Rostagno (Pd), relatori di minoranza Paolo Mighetti (M5S) e Gianluca Vignale (Fi). Il provvedimento era stato ampiamente condiviso in Commissione ed è stato discusso in accordo tra tutte le parti. Diversi emendamenti del Movimento 5 stelle, sono stati inoltre approvati anche nella seduta di votazione.

Bacca Blu prodotti
Con la nuova legge regionale, il 25% degli alimentari serviti negli agriturismi dovrà essere di produzione propria

 

 

«Personalmente – spiega Elvio Rostagno – penso che si possa parlare di un’ottima legge, che dovrebbe riuscire a favorire la crescita degli agriturismi intesi come aziende agricole prima che di ristorazione».

«La normativa precedente – continua Rostagno – di fatto consentiva di aprire nuove attività agrituristiche che in realtà erano dei veri e propri ristoranti, creando concorrenza sleale nel settore turistico- ricettivo. L’agriturismo, per sua natura, è un’attività integrativa dell’agricoltura, nata perché il piccolo agricoltore potesse integrare gli introiti dell’azienda. Il ristorante è un’altra cosa».

Potranno diventare agriturismi solo aziende esistenti da almeno tre anni e per chi non rispetterà le nuove norme, ovviamente, sono previste delle sanzioni: «È giusto – conclude il consigliere regionale – tutelare chi lavora onestamente, rispettando le leggi e i canoni. Era l’obiettivo che ci siamo posti all’inizio, e penso sia stato raggiunto».

Impressioni positive su questa legge arrivano anche da parte di nel settore ci lavora. È il caso di Gabriele Millone, che gestisce l’Agriturismo Bacca Blu (Bricherasio), secondo cui «il fatto che finalmente si creino leggi “ad hoc” sugli agriturismi è una novità di rilievo».

«Ho avuto modo di dare un’occhiata alle nuove direttive, e penso che l’impatto sarà ottimo, perché saranno finalmente colpite quelle attività fittizie che fanno ristorazione per godere delle agevolazioni fiscali ma non producono niente di proprio».

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