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Territorio  

Val Chisone: clero nuovo, nuove opportunità

Val Chisone: clero nuovo, nuove opportunità

Incontro con il sacerdote cileno Rafael Urzua Galvez vicario della Zona In pochi anni il clero delle parrocchie della Val Chisone si è rinnovato quasi completamente. Ne abbiamo parlato con don Rafael Urzua Galvez, parroco a Prali e Rodoreto, nuovo vicario zonale per le valli Chisone e Germanasca.

Quali sono le caratteristiche della zona che le è stata affidata pastoralmente?

Ci sono due realtà importanti. Quella dei residenti innanzitutto. Le parrocchie “di montagna” mantengono una forte identità di comunità parrocchiale. Questo sprona noi sacerdoti a spenderci sia per il mantenimento dei beni materiali (spesso le piccole chiese sono anche beni culturali incastonati nel contesto del territorio) e sia della cura pastorale. Inoltre ci sono anche quelli che sono andati ad abitare altrove ma restano molto legati alle loro radici e da distante hanno a cuore le proprie valli.

I sacerdoti della valle?

Prima erano valligiani. Ora i più vengono da lontano. Siamo tanti stranieri. Io sono il primo tra gli stranieri qui a Pinerolo.

Come vi hanno accolti?

I valligiani hanno dimostrato una grande accoglienza e apertura con qualche rara eccezione. L’avvicendamento dei sacerdoti è avvenuto per necessità. Era inevitabile.

Quali sono le priorità pastorali che vi prefissate?

Crescere nell’unione tra presbiteri. L’unità presbiterale e con il vescovo è sempre da costruire. Collaboriamo già molto per la liturgia e facciamo incontri zonali ma dobbiamo sempre crescere al riguardo. “Maledetto l’uomo solo” dice la Scrittura. L’unità del presbiterio è anche una bella testimonianza per le vocazioni. Noi non abbiamo rinunciato alla famiglia per semplice spirito di sacrificio. Ma per conseguire un amore maggiore.

Altri obiettivi?

Sostenere la Caritas zonale che i parrocchiani di Villar Perosa hanno iniziato insieme a Don Roberto Comba e il diacono Enrico Berardo. Questo ci apre anche alla dimensione missionaria per la quale i fedeli della valle sono già sensibili. Anche in questo caso missione e vocazione sono inscindibili in quanto ad importanza. Sostenere la vocazione turistica della valle è anche un obiettivo importante soprattutto perché è una occasione per incontrare i molti giovani che salgono in montagna per le vacanze estive o invernali.

La parrocchia di Porte? Non sarebbe da accorpare alle vicine Villar e Abbadia come sostiene qualcuno?

Da quando c’è un parroco stabile, la comunità sta riprendendo la sua identità parrocchiale. Porte porta fede al suo nome: l’ingesso della valle o verso Pinerolo. Don Michele Carobello sta facendo un ottimo lavoro sia nei riguardi delle strutture che nella cura pastorale.

Che dire della cosiddetta “autoreferenzialità” della Val Chisone rispetto alla vita della diocesi?

I fedeli si lasciano guidare dai propri pastori. Se i pastori sono aperti si aprono anche i fedeli. Questo cambiamento un po’ “forzato” del clero è una opportunità nuova.

IVES COASSOLO

Don Rafael Raul Urzua Galvez, 55 anni, sacerdote da 13 è originario di Sant’Jago del Chile. Ha iniziato il suo cammino nel movimento Neocatecumenale prima come missionario laico itinerante nel sud del suo paese poi, a seguito di sorteggio, come avviene usualmente nel Movimento, è stato inviato in Italia nel seminario di Lugano. Dal 98 è nella diocesi di Pinerolo, primo tra i sacerdoti stranieri, e ha collaborato nella pastorale prima a Bibiana, poi a Riva, quindi come rettore del Seminario Redemptoris Mater di Luserna Alta e da tre anni è parroco a Prali e Rodoreto. Quest’anno è stato nominato da monsignor Debernardi vicario diocesano per la zona Val Chisone. Don Rafael Raul Urzua Galvez

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