12 Gennaio 2015
Un suono di chitarra nelle vie del centro

12 gennaio 2015
Pinerolo. Incontro non casuale con Venanzio, artista di strada “quasi” per scelta
Giornata grigia, piovosa, invernale. Sotto i portici di via Buniva i rari passanti si affrettano a sbrigare le loro faccende per tornarsene a casa, mentre in sottofondo si sentono le note di una chitarra. Poco distante da una tabaccheria, addossato alla parete, c’è un giovane seduto su uno sgabello pieghevole. Ha un cappello in testa, da cui fuoriescono i lunghi capelli castani che gli cascano sul petto. Le mani sono protette dal freddo da guanti neri che lasciano scoperte le dita con le quali pizzica le corde della chitarra, il cui suono è potenziato da un amplificatore legato con delle cordicelle a un carrello. Per terra, davanti ai piedi c’è un cappello con dentro una manciata di monetine. Ha gli occhi azzurri e sorride.
Ti ritieni un artista di strada?
Sì, svolgo questa attività per campare. Quelli che per ricevere qualche spicciolo tendono solo la mano sarebbe meglio che facessero altro. Invece giocolieri, mimi e quanti intrattengono la gente meritano una ricompensa. Ogni città disciplina con regolamenti l’attività che si può svolgere in strada e in alcune località è necessario richiedere un permesso dal Comune ed essere inseriti in uno speciale registro.
L’arte di strada è una risorsa o un fastidio per i cittadini?
Non so come la intenda la gente. Io faccio l’artista di strada perché non ho un lavoro. Mi metto sempre in un posto dove so di non dare fastidio, comunque mai davanti alle vetrine dei negozi o agli accessi ai vari esercizi. Nelle città d’arte come Venezia, Firenze, Roma, o in quelle dove è richiesto un permesso i Vigili intervengono se non si rispettano i regolamenti. A Pinerolo questo problema esiste in misura minore.
Cosa pensano i tuoi familiari della tua attività?
Né accettazione, né rassegnazione e neppure vergogna. Non dicono niente, perché sanno che è l’unica cosa che posso fare, non potendo svolgere un lavoro “normale” a causa del mio handicap fisico. Ho una semiparalisi alle gambe da quando avevo 28 anni e fino a quell’età ho condotto una vita regolare e ho preso il diploma da ragioniere. Io prendo una pensione di invalidità per la mia condizione e abito in una casa popolare.
Una persona “normale” può fare l’artista di strada?
Certo. Dipende da cosa si vuole fare e come ci si vuole porre nei confronti degli altri. Se la preoccupazione è solo quella di racimolare dei soldi, si troverà sempre qualcuno che li offre, anche se non si fa nulla o si rappresenta uno spettacolo mediocre, ma per fare una cosa bella ci vuole impegno e studio. Io non ho una preparazione specifica in campo musicale, ma ho imparato a suonare la chitarra da autodidatta e mi sono dotato di un amplificatore per migliorare l’ascolto.
Vantaggi e svantaggi dell’artista di strada?
Io soffro il freddo e d’inverno si va spesso sotto zero, ma devo stare seduto in mezzo a una strada. La libertà di autogestirsi, sia negli orari che nelle scelte dei luoghi, il non avere un capo che ti comanda sono solo vantaggi apparenti, perché sei comunque soggetto alle forze dell’ordine che possono allontanarti se dai fastidio a qualcuno.
Ti sposti sempre con il camper?
Non ce l’ho più, l’ho venduto. Sono artista di strada da quando avevo 18 anni e ho girato l’Europa in lungo e in largo suonando. Sono stato in Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Grecia e ho conosciuto un sacco di gente. Alcuni dicono che il destino è nel nome. Beh, io mi chiamo Venanzio come mio nonno e sono nato a Pinerolo da padre italiano e madre russa.
Quali sono i tuoi luoghi di esibizione?
Via Buniva, via Cravero, piazza Facta, piazza Barbieri angolo corso Torino. Mi sposto per mia scelta e non per maggiori vantaggi economici. Se potessi stare in un ufficio, non farei più l’artista di strada, visto che ho 45 anni e non sono più un ragazzo. Quando la mia gamba funzionava bene era tutto bello, adesso un po’ meno, perché sento molto più la fatica. Negli ultimi due anni, il profitto ha risentito della crisi generale dell’economia ed è calato del 90 per cento, cioè non guadagno quasi più niente.
Giuseppe Campanaro
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