5 Dicembre 2023
Un ricordo di Federico Caprilli nell'anniversario della sua morte
Il 6 dicembre 1907 si spegneva improvvisamente il Capitano Federico Caprilli, personaggio a cui Pinerolo deve molta della sua fama di Città della Cavalleria.
Fu davvero un colpo di fulmine che troncò nel punto più elevato della parabola l’esistenza di Federigo Caprilli. Egli ebbe, l’oscuro presagio della fine. Non potevano le sue condizioni di salute poco buone, bastare per far temere la morte dell’uomo robusto fortissimo, tutto muscoli ed energia: fu per lui presentimento impressionante ed innegabile, che si rivelerà non solo nel testamento cosi recente, ma altresì nella cura di saldare tutte le piccole pendenze con i suoi fornitori.
Ed è cosi che il giovedì 5 dicembre partito per Torino non farà più ritorno nella sua scuola di Pinerolo. In una gelida e innevata serata il maestro cadrà da cavallo, per uno svenimento, i primi soccorsi noteranno un colpo netto con frattura della base cranica.
Dopo una notte in cui non riprenderà i sensi si spegnerà per sempre il 6 dicembre del 1907. Vicino a lui i suoi amici i tenenti Ricci e Ubertalli che scriverà:
“Caro Giubbilei,
Ancora adesso non so se ti scrivo un sogno, o la realtà. Se pensi che dopo essere accorso al suo letto di morte, giovedi sera, l’ho raccolto, domenica pomeriggio, in un mucchio di cenere ed in poche ossa frantumate, nel forno crematorio, assistendone minuto per minuto la dolorosa e raccapricciante trasformazione, puoi facilmente immaginarti le mie impressioni, o più ancora, la mia unica e grande impressione.
In un attimo, quell’uomo che pareva destinato a non aver mai fine mi si è presentato ridotto al nulla …omissis… povero Caprilli! Al momento di raccogliere il frutto del suo lavoro, dei suoi sacrifici, della sua passione e dei suoi meriti, se n’è andato. Grave danno per la scuola, più grave di quello che ora non sembri”.
Fra il 1908 ed il 1909 su ordine dello stato maggiore, il tenente Giubbilei scriverà la biografia del Capitano Federigo Caprilli e decifrerà moltissimi appunti di note tecniche che Caprilli andava scrivendo su dei foglietti di carta da appunti, trascrivendoli e mettendoli
diligentemente in ordine.
Le ceneri di Caprilli riposeranno per sempre al fianco del fraterno amico Emanuele Cacherano di Bricherasio a Fubine provincia di Alessandria.
A Pinerolo, della Cavalleria è rimasto lo spirito: qualcosa di impalpabile ed affascinante, nella luce cristallina di questa piccola nobile città ai piedi delle montagne.
LA SUA GRANDE MA BREVE LEZIONE È FINITA
Testi:
- “Caprilli vita e scritti” di Carlo Giubbilei
- “Quando l’automobile uccise la cavalleria” di Giorgio Caponetti
Umberto Cavaliere
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