30 Giugno 2011
Un comune in rosa
Porte. Intervista a Laura Zoggia, ampiamente riconfermata nel ruolo di sindaco Origini veneziane, ma con profonde radici in Val Chisone, sia per nascita a Villar Perosa, sia per abitazione al confine del comune di San Germano Chisone, Laura Zoggia nel 1995 inizia la sua “carriera” d’amministratrice prima nei ruoli di consigliere e assessore. Quindi il grande salto a sindaco nel 1999. Oggi è al suo terzo mandato.
I portesi hanno riconfermato la fiducia a Laura Zoggia nell’incarico di sindaco per altri cinque anni. Cosa ne pensa l’interessata?
Mi sono sentita particolarmente gratificata e felice per un risultato così eclatante e così significativo, più di due cittadini su tre hanno votato la nostra lista. Mi lusinga e mi stimola a lavorare ancora più con passione per ricambiare il sostegno tangibile dei portesi che hanno riconosciuto l’impegno e il lavoro che attraverso la mia giunta ed il mio gruppo abbiamo svolto nel quinquennio passato a favore di Porte e dei cittadini.
Qual è la radiografia del paese?
Il paese in questi ultimi anni ha decisamente cambiato volto, in quanto abbiamo circa 200 nuovi abitanti alcuni dei quali ricoprono incarichi importanti e sono tutti quindi un valore aggiunto per il nostro paese.
Sindaco a tempo pieno o part-time?
Prima di rispondere alla domanda, traccio una breve analisi delle disparità che si riscontrano nelle amministrazioni comunali piccole rapportate ai comuni più grandi. Il piccolo comune tipo il mio non ha funzionari e quindi le responsabilità ricadono interamente sul sindaco e sulla giunta, abbiamo gli stessi adempimenti, le stesse riunioni, gli stessi incarichi degli amministratori di città, ma con meno risorse umane e finanziarie e quindi se si vogliono ottenere risultati concreti, il nostro impegno deve essere molto più pesante.
Un lavoro impegnativo quindi. Il gioco non vale la candela?
Anche l’indennità del sindaco e della giunta nei piccoli comuni è talmente esigua che per vivere devi comunque lavorare. Praticamente noi facciamo i volontari per un’associazione che è l’amministrazione. Non ci sono rimborsi spese, si usa la propria auto sempre, si usa il proprio cellulare privato e molte volte si pagano di tasca propria necessità urgenti. Un’altra dimostrazione del fatto che non c’è considerazione verso i piccoli amministratori che lavorano, sono i convegni, le iniziative sovra-comunali che sono calendarizzate quasi tutte in orario lavorativo. È ovvio che pochi possono permettersi di essere presenti e così si perdono anche informazioni importanti. Quali le difficoltà nell’amministrare al meglio un piccolo comune come Porte?
Le limitate risorse economiche e umane soprattutto nei momenti di difficoltà dovuti a calamità naturali oppure a interventi urgenti da effettuare. Di questi tempi è la scuola a crearci ansie, a questa dobbiamo risposte certe e tempestive e non sempre è così facile reperire i fondi e, se li trovi, i tempi per averli non sono mai brevi.
Problemi da risolvere sì, ma anche tante soddisfazioni. Quali?
Ovviamente le nostre grandi soddisfazioni sono esclusivamente morali. Ritengo che fare l’amministratore sia un servizio di puro volontariato non finalizzato ad un settore specifico di persone, ma ad un’intera comunità. Devi porti alla tua collettività con l’obiettivo di essere al suo servizio molto umilmente (non esiste il detto “voglio, posso e comando”) ed esclusivamente per rispondere all’esigenze dei cittadini. Nella mia ormai lunga permanenza in amministrazione ho provato tante soddisfazioni che porterò per sempre nel mio cuore. Il grazie di un cittadino cui hai risolto un problema, i complimenti per un intervento apprezzato, aver presentato un progetto ed essere riuscita ad averlo finanziato dagli enti sovra comunali, il calore dimostrato dai cittadini quando ti incontrano, il fare famiglia tutti insieme… Tutte queste cose ripagano sempre largamente per ciò che si riesce a fare.
Si parla tanto del ruolo delle donne nei posti di responsabilità. Ma oggi, in politica, c’è la par-condicio tra uomini e donne?
Sono componente della commissione Pari Opportunità Anci (Associazione Nazionale comuni italiani) a livello nazionale e proprio pochi giorni fa, sono stata intervistata sull’argomento. Ribadisco che la parità non esiste: siamo ancora molto lontani dall’avere pari considerazione e pari diritti, ma ritengo che non sia solo colpa della poca considerazione maschile. Questo stato di fatto è dovuto proprio alle stesse donne che non fanno squadra fra di loro. Molte volte di fronte alle difficoltà si fermano o abbandonano il campo, mentre dovrebbero essere più incisive e offrire collaborazione. Piangersi addosso non serve e neanche incolpare gli uomini. Siamo noi che dobbiamo esigere la rappresentatività.
Ma in Italia non ci sono più donne che uomini?
É singolare che siamo più italiane che italiani. Siamo inoltre in un’Italia democratica che garantisce pari diritti a tutti, ma questa maggioranza nei luoghi di potere risulta completamente invertita. Non credo alle quote donna anche se mi rendo conto che possono essere un supporto per uscire da questo stand by. Per lo meno ci si ricorda che esistiamo anche noi.
Questa analisi vale anche nei piccoli comuni?
Questa discriminazione fortunatamente non esiste nelle elezioni dei piccoli comuni in quanto le donne hanno dimostrato che se si prendono un impegno, sanno lavorare sodo anche senza essere remunerate e i risultati si vedono. Negli incarichi di piccolo spessore c’è spazio, ma più si sale nei luoghi di potere, sia a livello amministrativo e politico, sia nel campo del lavoro le percentuali di quote rosa si abbassano vertiginosamente.
Qual è il più grande sogno da tradurre in realtà per Laura Zoggia?
Nonostante non sia più così giovane, mi è rimasto l’entusiasmo dell’adolescenza e la positività di carattere e per esperienza so che se si crede concretamente in un progetto con l’aiuto di Dio, quasi sempre si riesce a concretizzarlo. E allora continuo a sognare tante cose per i portesi che considero la mia grande famiglia, per esempio di riuscire a garantir loro maggior sicurezza sulla strada principale che attraversa il paese. Mi piacerebbe che tutti potessero vivere più sereni e senza problemi. Sogno che i nostri adolescenti, il futuro portese, crescano con tanti ideali, con un buon senso civico, e amore per il loro paese.
Giovanni Berger
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