2 Dicembre 2012
Un aiuto per i più bisognosi
Luserna. Da 7 anni il Centro di Ascolto Caritas distribuisce beni primari alla comunità Dal 2006, la Parrocchia del Sacro Cuore di Luserna è l’unica ad aver ufficialmente costituito in valle un Centro di Ascolto Caritas. Più che raccontare la sua storia o elencare dei freddi dati statistici, è importante parlare delle attività e della realtà attuale. Le difficoltà più grosse riguardano la casa e il lavoro. I problemi economici (bollette, affitti…) sono risolti parzialmente grazie ad un contributo della Caritas Diocesana proveniente dall’8xMille e dalle offerte della comunità. Il Centro Ascolto distribuisce un pacco alimenti al mese per nucleo familiare, il cui contenuto è frutto delle offerte depositate ai piedi dell’altare durante le funzioni festive, che vengono integrate con altri alimenti acquistati con le risorse in cassa. La crisi economica, elevatasi a protagonista negativa della situazione sociale, ha fatto precipitare in un baratro spaventoso le fasce più deboli, con un conseguente aumento del numero di chi viene a chiedere aiuto. Pertanto nel corso dell’anno, causa l’insufficienza delle risorse, si è dovuto rinunciare a distribuire aiuti alle persone non residenti. Scelta giustificata anche dal fatto che in ogni paese c’è una Parrocchia (e a volte altre associazione, oltre ai Servizi Sociali), che dovrebbero evangelicamente provvedere. Si riescono a distribuire indumenti, coperte e materassi grazie alla generosità di chi non li getta nei rifiuti e alla collaborazione col Rifugio Re Carlo Alberto, e altri vengono inviati al Sermig di Cumiana. Più difficile è reperire mobili, elettrodomestici, stoviglie, che comunque sono richieste. I più colpiti da questo stato di povertà sono gli stranieri, con un 50% composto per il 95% da marocchini che, nonostante da parecchi anni in Italia, non trovano soluzioni alle loro difficoltà. All’alternativa di tornare nel loro paese d’origine si oppongono perché il Italia hanno servizi sanitari, sociali e scolastici molto più efficienti e meno onerosi che nel loro paese, ma anche perché i loro figli, ormai integrati nel nostro sistema, non vogliono ritornare in un mondo che non conoscono più e che sanno non dare prospettive future di cultura e lavoro. Il Centro di Ascolto Caritas non può risolvere tutti i problemi, ma contribuisce a dare a tutti un aiuto e una speranza. Si è prospettato di allargare questi incontri ad altri soggetti del volontariato, ma soprattutto alle altre Parrocchie zonali. E qui veniamo alla nota dolente: gli incontri zonali Caritas. Nel corso di questi anni si sono effettuati degli incontri che non hanno prodotto grandi esiti. Alcune parrocchie si stanno muovendo, ma altre stagnano nell’anonimato come se il problema della povertà non esistesse oppure lo subisce passivamente nel silenzio elargendo un po’ di denaro o qualche alimento come per liquidare un problema fastidioso. Sono a volte atteggiamenti individuali che non danno segno di comunità partecipe e di zona collaborativi. In un incontro del 2007, il vescovo di Pinerolo Pier Giorgio Debernardi sottolineava come la zona dev’essere concepita come un gruppo omogeneo dove tutti (clero, laici, parrocchie) devono superare l’individualismo e lavorare insieme per scambiarsi esperienze e conoscenze e compiere attività incisive, feconde e più efficienti. Manca purtroppo un conduttore carismatico che sappia animare, guidare e stimolare: la recente proposta del vescovo di affiancare i laici al vicario di zona o ad un parroco che dovrebbe ricoprire tale figura va in questa direzione. Sovente, le omelie invitano all’accoglienza, alla condivisione, alla solidarietà e condannano l’indifferenza, l’egoismo e il bigottismo: «Va, vendi quello che hai e dallo ai poveri». Non è necessario prendere questo insegnamento alla lettera, ma condividere le proprie ricchezze con i bisognosi. Ed allora non rimane che riflettere sull’affermazione di Gesù: «…Ogni volta che avete fatto questo a uno…l’avete fatto a me».
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