19 Ottobre 2015
Torino-Pinerolo. Costa 356 milioni il progetto per il raddoppio ferroviario

19 ottobre 2015
Arriverebbe alla stazione di Lingotto. Poi di qui, con un sovrappasso, si potrebbe agevolmente accedere alle linee di mobilità urbana di Torino. Meno passaggi a livello, più velocità e maggiore e puntualità. Non sono i desideri frustrati di tantissimi pendolari, ma i punti di forza del progetto di ammodernamento e raddoppio della linea ferroviaria Pinerolo-Torino, contemplato dal piano strategico della Città Metropolitana. Lo hanno illustrato, lo scorso 15 ottobre nel corso di un incontro nel municipio di Pinerolo, il sindaco Eugenio Buttiero e il dirigente dell’Agenzia per la Mobilità Metropolitana Cesare Paonessa, accompagnato dalla collaboratrice Lucia Fiorini, responsabile dei Sviluppo Servizi Ferroviari ed Integrazione ferro-gomma.
La revisione del piano strategico, ha informato il sindaco, verrà concretamente affrontata nei prossimi giorni per quantificarne i costi e studiarne la fattibilità. Pinerolo, dopo Porta Susa, è la stazione più importante – parlando di numero di passeggeri – dell’area metropolitana. Ma è anche una delle linee più problematiche per i disagi ai passeggeri. I dati forniti dall’IMQ (Istituto italiano del marchio di qualità), ha riferito Paonessa «dimostrano come piccoli problemi di irregolarità causino un sistema a catena di ritardi, incidenti non solo sui pendolari che devono viaggiare in entrambe le direzioni per lavoro o per studio, ma anche ai turisti che, così stando le cose, non vengono incentivati negli spostamenti».
La soluzione sarebbe offerta dalle azioni previste dal progetto di raddoppio ferroviario redatto già da tempo da Italfer e bloccatosi 4 anni fa per mancanza di risorse. Nello specifico è prevista l’eliminazione di 28 passaggi a livello (ciascun intervento costa sui 4 milioni); l’adeguamento delle banchine a 55 cm per facilitare l’accesso ai treni; interventi di tipo tecnologico che consentano incroci ferroviari in contemporanea (come nel tratto di Piscina) per evitare tempi di attesa dei treni. Infine, la creazione di un nuovo interscambio con le linee di mobilità urbana presso la stazione di Lingotto – e non più Porta Susa- mediante la creazione di un sovrappasso (scartando l’ipotesi della fermata metro in piazza Bengasi che richiederebbe un intervento troppo impegnativo).
L’affidabilità dei servizi e la soddisfazione dell’utenza sarebbero gli immediati risultati. Quale il problema? Trovare i finanziamenti che consentano la realizzazione di tutto ciò. L’ipotesi più plausibile sarebbe quella di uno studio di priorità con conseguente selezione di fasi attuative di importi contenuti lavorando per lotti. I due sui quali Italfer stimava di intervenire, cioè quello Pinerolo-None da 120 milioni(che riguarda i maggiori flussi) e l’altro, Moncalieri-None da 245 milioni, risultano ancor oggi troppo costosi. «Però si deve realizzare! – ha sostenuto con forza il sindaco Buttiero -.
Questo collegamento rappresenta uno degli elementi strategici che il territorio porterà avanti. È lo statuto stesso di Città Metropolitana a prevedere uno sviluppo uniforme di tutto il territorio orbitante attorno la provincia di Torino, compreso quello marginale. Abbiamo speso 6 milioni per la progettazione definitiva, se ne parla da 150 anni e l’RFI versa ogni anno allo stato 3 miliardi di euro per lo sviluppo di progetti sulla mobilità. Senza contare l’esigenza ambientale, degli utenti e la necessità di coniugare il trasporto su gomma con quello su ferro».
L’ipotesi di realizzazione del raddoppio e i vantaggi che esso offrirebbe risultano allettanti e suggestivi. Resta il fatto che la sua attuazione costa 356 milioni di euro. Se non si trova il modo di racimolare tale cifra questo sogno è destinato a restare nel cassetto.
Cinzia Pastore

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