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Territorio: maneggiare con cura

Territorio: maneggiare con cura

Saitta: “nelle aree libere non si costruirà più” Ancora nel pieno dell’emergenza alluvione che ha colpito nei giorni scorsi il Piemonte, a Torino si è tenuto il convegno più che mai centrato: “Territorio: maneggiare con cura”. Aprendo i lavori Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino ha esordito affermando che “nelle aree libere non si costruirà più: le vicende di questi giorni dimostrano che è indispensabile fermarsi. Non possiamo continuare a governare il territorio con le vecchie regole o peggio con la negligenza”. Ai lavori ha partecipato anche don Daniele Bortolussi, responsabile dell’Ufficio della Pastorale sociale il lavoro delle diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta. Ha ricordato i tre seminari organizzati nell’ultimo anno sul “consumo di suolo”. “Dai Seminari – ha riportato – è emerso a chiare lettere che il suolo è bene comune, scarso in senso assoluto ed irriproducibile e non è da trattare come bene di consumo. Un bene che va preservato, in ossequio ai principio della sostenibilità, della solidarietà verso le generazioni future e della destinazione universale dei beni voluta dal Creatore”. Un tema trattato con il metodo del vedere, valutare e agire. “Per la PSL – ha spiegato – agire in tema di consumo di suolo si traduce nell’offrire, in comunione con i Vescovi piemontesi, orientamenti di carattere pastorale all’attenzione ed alla meditazione delle comunità cristiane, delle associazioni e dei movimenti ecclesiali e delle organizzazioni sociali ed economiche”. Ha riferito, infine che le analisi e le valutazioni condotte nel corso dei Seminari promossi dagli UPSL possono essere sintetizzate sul fatto che da una idea distorta di innovazione che ha il proprio cardine sul consumo di suolo, del territorio, della città, di beni relazionali e di socialità, discende una dissipazione della qualità della vita, si compromette la felicità delle persone e si distrugge l’unica casa di cui dispone l’umanità, quella terra creata da Dio.
“E’, dunque, necessario – ha concluso – ed urgente se si vuole custodire la terra e gli altri beni comuni irriproducibili, cambiare modelli produttivi e procedure di decisione pubblica in tema di trasformazione di suolo, favorendo forme di democrazia partecipativa che si affianchino alla democrazia rappresentativa, per far crescere una progettualità condivisa e solidale verso le generazioni presenti e verso le generazioni future”. (AGD) Il grattacielo di Pinerolo, esempio di edilizia sconsiderata

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