26 Luglio 2011
Terremoto e ricordi

Villar Perosa, giovedì 25 luglio: la terra trema Erano circa le 14,30 quando, d’improvviso, un rumore prima sordo e poi secco e forte, molto forte, insieme ad una altrettando decisa vibrazione sussultoria del pavimento, ha sorpreso i villaresi, i valligiani e per un raggio di decine di chilometri, tutto il Piemonte occidentale.
Certamente scosse strumentali o poco più avvengono ogni tanto da noi come in ogni parte del mondo, ma quella di lunedì scorso, festa di S. Giacomo, è stata diversa, di circa 4,3 dei gradi Richter come da tempo non si sentiva dalle nostre parti. I più giovani non ne avevano mai sentite.
L’epicentro è stato individuato a circa 25 km di profondità nella zona dello spartiacque Chisone – Val Noce. Anche l’intensità potrebbe essere più forte di quanto dichiarato in un primo tempo.
Nel pomeriggio di giovedì è stato fermato per alcune ore il traffico sulla ferrovia per Torre Pellice e in Val Susa; alcuni massi sono caduti, sempre in val Susa, dal Monte Pirchiriano ove sorge la Sacra di S. Michele; all’Ospedale Agnelli di Pinerolo l’attività è continuata regolarmente mentre il Municipio è stato evacuato per una trentina di minuti.
Grazie a Dio, possiamo ben dirlo, non ci sono stati danni evidenti alle cose e tantomeno alle persone. Nel nostro paese sono caduti libri dalle mensole, soprammobili dalla TV, il solito dondolìo di lampadari e cose simili. Da qualche parte si segnalano alcune screpolature nei muri e intonaci di case vecchie, magari stucchi o qualche tegola già in bilico. Si faranno certamente verifiche specialmente negli edifici pubblici. Sarà bene che anche i privati, per sicurezza, osservino le case e, qualora notassero qualcosa di sospetto, richiedano un sopralluogo ai pompieri o a tecnici specializzati.
Molte sulla rete Internet le testimonianze di cittadini. Chi in ufficio vede tremare i monitor e la scrivania; chi solo in casa salta letteralmente in strada; chi ha avuto immediatamente un pensiero a L’Aquila; chi racconta il senso di panico e non sa cosa fare; chi ha pensato al passaggio di carri armati; chi racconta del silenzio irreale che è seguito: neanche più il cinguettio degli uccelli.
A Villar il pensiero di molti è tornato al pomeriggio del 5 gennaio 1980, verso le tre, giorno della precedente scossa significativa nel nostro territorio (5,1 Richter). All’oratorio si stava provando il recital di Natale da ripetere per l’Epifania. La scossa sorprese tutti in piena azione, cominciò a cadere dall’alto il bordo di stucchi del salone teatro, qualche piccola crepa segnò il controsoffitto. Il palco sembrava andare avanti e indietro. Per fortuna, apertesi le porte (non ancora di sicurezza) verso il cortile, le diverse decine di presenti tra animatori, musicisti e piccoli attori si precipitarono fuori nella fredda aria invernale … alcuni atterrando sulle dure e scivolose lastre di ghiaccio del cortile sulle quali alcune terga non più giovani corsero il pericolo di farsi più male che per la caduta di uno stucco di gesso in testa. Il parroco don Franco Gallea ricorda che il livello del cortile, probabilmente riempito con macerie del bombardamento citato, si assestò abbassandosi di alcuni centimetri. Lo spavento fu veramente molto ma non ci furono gravi conseguenze.
Il fenomeno però non passò senza danni, in particolare nei villaggi operai dove, complici le ferite e gli scossoni del disastroso bombardamento aereo inglese del 3 gennaio 1944, alcune case furono ulteriormente lesionate e dichiarate inagibili. Per i loro abitanti passarono alcuni mesi prima delle riparazioni e del desiderato ritorno. Cadde anche la croce in muratura sul frontone della chiesa di S. Aniceto che pure patì delle priccole crepe nella volta della navata centrale. Caddero alcuni camini e la paura fu veramente tanta.
Un operaio RIV raccontò ad un collega di lavoro che in quel pomeriggio, abitando lui nella zona del “castello” a Perosa Argentina e osservando il suo paese durante il fenomeno sismico, “vide” l’onda sussultoria alzare e abbassare ripetutamente i tetti.
Andando ancora più indietro nel tempo, al 2 aprile 1808, su un rapporto ordinato dal Prefetto della Provincia di Torino circa il terremoto nel pinerolese, troviamo: “…la prima scossa si udì alle ore 5,43 minuti, una seconda alle 9 del giorno 2 aprile e fino al giorno 8 furono più di quaranta; indi si diradarono poi ripigliarono fino al 12 maggio … molta cittadinanza di Pinerolo dormì sotto tende e baracche nelle piazze e lungo i viali … indicibile lo spavento; anche a causa dei pericoli ingranditi dall’immaginazione. Fontane seccarono d’improvviso, altre d’improvviso zampillarono. Fu un miracolo che tra sinistri accidenti non s’ebbero vittime umane…”. Napoleone, che in quei tempi dominava ancora su queste terre, decretò un sussidio di cinquantamila lire ai danneggiati. Chissà se furono bene divise e usate veramente per i bisognosi?
In conclusione ci viene d’obbligo una semplice considerazione tra le tante: quando la terra trema bisogna essere ben contenti che le nuove costruzioni e le ristrutturazioni debbano rispettare le rigorose norme antisismiche. Dormiremo così tutti più al sicuro, saranno più al riparo i bambini nelle scuole e gli impiegati negli uffici e i malati negli ospedali.
E non è cosa da poco!
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