1 Marzo 2024
Sport Inclusion chiede un campionato per chi ha disabilità cognitive

Il progetto di pallavolo inclusiva chiede l’attenzione della FIPAV perché nasca un campionato per chi ha disabilità cognitive. Marco Tealdo: lo sport agonistico non è una concessione ma un diritto!
In cinque anni – e nonostante il Covid – di strada “Sport Inclusion” ne ha fatta tanta. Il progetto promosso a partire dal 2019 nelle strutture sportive “Il Podio” di Porte dalla Cooperativa Sociale Coesa e dall’associazione sportiva Nessuno Escluso si rivolge a ragazzi con vari generi di disabilità (intellettiva, relazionale, fisica), puntando a raggiungere con la pallavolo i risultati conseguiti nel calcio dal progetto Juventus for Special.
Tre gruppi di lavoro
Spiega uno dei promotori del progetto, Marco Tealdo: «Abbiamo formato tre diversi gruppi di lavoro: quello agonistico (circa dodici atleti) che è seguito da
- Laura Rostan
- Pavel Ricca
Quello preagonistico è curato da
- Marta Borca
- Andrea Maglio
coadiuvati da
- Giuseppe Petenzi
- Claudio Bernardinello
- Giovanna Taverna
Sono invece
- Elena Tomalino
- Mattia Bert
- Stefano Sigolo
a seguire il gruppo formato da ragazzi con maggiori difficoltà motorie a cui propongono una specie di ginnastica dolce basata sulle tecniche del volley».
Info
Per saperne di più (e anche per chi volesse dare una mano) sono disponibili i numeri:
- 347.057.40.16
- 371.182.11.27
Successo nel torneo dell’Unionvolley
I progressi sono tangibili, come testimoniano il secondo posto ottenuto dall’Accademia dello Sport Porte (questo il nome ufficiale della squadra) nel Campionato italiano di pallavolo integrata CSI-FISDIR (Federazione Italiana Sport Disabili Intellettivi Relazionali) disputato a Ravenna a fine ottobre e il recente successo raccolto il 10 febbraio, guidati nell’occasione dal coach Andrea Maglio, nel torneo organizzato a Pinerolo dall’Unionvolley, che ha visto al via, oltre alle squadre di
- Porte
- e Pinerolo
anche compagini di
- Borgosesia
- Cuneo
- Torino
Secondi al torneo di Libertà e coraggio
L’indomani – 11 febbraio – è stato il turno del gruppo preagonistico, che è sceso in campo a Piscina nel torneo promosso dall’associazione “Libertà e coraggio”. «Questi dieci ragazzi – racconta Tealdo – erano alla loro seconda uscita ufficiale, hanno perso affrontando squadre più avanti nella preparazione, ma hanno dimostrato orgoglio e spirito combattivo in entrambe le loro partite».
Dare il posto che merita all’agonismo per persone con disabilità
Al di là dei risultati, Tealdo sottolinea: «Questi due tornei danno valore al nostro territorio e mettono in luce che è arrivato il momento di lavorare, tutti insieme, in sinergia, per permettere allo sport agonistico per persone con disabilità di ritagliarsi il posto che merita nell’ambiente sportivo».
Un problema culturale
Infatti «per i ragazzi con disabilità cognitive purtroppo la federazione non prevede dei campionati (che sono invece previsti per chi ha disabilità motorie). C’è un problema culturale, permane una mentalità al ribasso: si pensa che questi ragazzi basta farli giocare per farli divertire; non è così! Il divertimento è sì un aspetto dello sport, ma c’è di più: l’agonismo dà dignità a chi pratica uno sport e il poterlo fare in un contenitore adeguato al livello fisico e cognitivo di questi ragazzi non è una gentile concessione ma un diritto da rivendicare!»
Fare rumore perché la Fipav si accorga di noi
L’auspicio di Tealdo e di Sport Inclusion è che anche attraverso iniziative come gli ultimi due tornei «le varie federazioni inizino ad interessarsi di noi. Che il messaggio di inclusione sociale passi dallo sport è ormai una certezza sotto gli occhi di tutti. Non ci resta che procedere sulla strada imboccata e fare rumore, tanto rumore, affinché la Federazione Italiana Pallavolo si accorga di noi, del nostro movimento nato dal sottobosco ma che ha l’ambizione di gridare dai tetti, e ci permetta di esprimere i nostri sogni e il desiderio di fare sport agonistico come tutti».
GR
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