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Pianura  

S.O.S scuola per i bambini rwandesi

S.O.S scuola per i bambini rwandesi

Incontro con Marie Mediatrice Nyiraminani, dall’Africa a Cantalupa “I giovani del mio paese devono capire che l’Europa non è un luogo da cui aspettare denaro senza faticare”

A Cantalupa sta per decollare una nuova ed importante iniziativa di solidarietà. Il Comune si sta infatti interessando ad un progetto di sostegno a distanza per bambini e ragazzi del Rwanda grazie all’iniziativa di una coraggiosa concittadina che Vita diocesana ha già avuto occasione di presentare ai suoi lettori, ovvero la signora Marie Mediatrice Nyiraminani, originaria del paese africano ma residente a Cantalupa da molti anni.
Prima di descrivere l’iniziativa che si vuole intraprendere, è utile fare una piccola presentazione del sistema scolastico rwandese. Fino ad oggi i bambini frequentano sei anni di scuola elementare, dopodiché devono sostenere un esame di Stato; in base al risultato conseguito in questa prova hanno la possibilità di accedere alle scuole superiori, ma solo nell’istituto che lo Stato stesso sceglie per loro. Di conseguenza un bambino rwandese, dopo la scuola primaria, può continuare a studiare soltanto nella scuola che il governo sceglie per lui, altrimenti può diventare un contadino o al massimo frequentare una scuola professionale. Siccome le scuole superiori sono poche, spesso i bambini devono spostarsi di decine o centinaia di chilometri da casa per studiare in questi collegi in cui il vitto e l’alloggio sono molto cari (possono arrivare all’equivalente del 70% dello stipendio dei genitori). Anche per le scuole professionali sussiste lo stesso problema, poiché sono poche ed ancora più care a causa dell’acquisto dei materiali necessari per le lezioni pratiche.
Ma torniamo a Marie; originaria di Nyakizu (oggi Ngoma) nella provincia di Butare (oggi Nyaruguru), ha trascorso i suoi ultimi anni nel paese natio insegnando nella scuola del paese, avendo così modo di conoscere molto da vicino le condizioni famigliari dei suoi alunni. Già in quegli anni (Marie è emigrata nel 1994) era molto difficile per i ragazzi del posto riuscire a studiare, ma oggi, dopo la tremenda guerra civile ed il genocidio del 1994, la situazione si può definire disastrosa: i bambini di etnia Tutsi non hanno diritto a studi gratuiti e tantissimi sono gli orfani e le famiglie in condizioni di estrema povertà.
In un simile frangente verrebbe da chiedersi se lo studio sia la priorità per aiutare questi ragazzi, ma la signora Marie ha le idee molto chiare in proposito: “Il Rwanda vive sotto una dittatura seguita ad una terribile guerra civile. Se guardiamo cosa sta succedendo in Egitto ed in Libia, possiamo immaginare che presto lo stesso accada negli altri paesi africani. È legittimo che un popolo aspiri alla democrazia, ma io sono sicura che in Rwanda una rivolta popolare si trasformerebbe inevitabilmente in un secondo terribile genocidio. L’unica via d’uscita per il mio paese secondo me sono i giovani: hanno sofferto durante e a causa della guerra, vedono ingiustizie ogni giorno, ma solo istruendosi potranno capire che il loro paese può avere una vita migliore da raggiungere con il dialogo e non con la violenza che richiama soltanto altra violenza. Io sono stata la prima che ha avuto la possibilità di studiare nella mia famiglia e riesco a capire tutto ciò; spero che tanti ragazzi rwandesi possano fare lo stesso”.
Marie non si è limitata a sperare, ma negli ultimi anni ha sempre cercato di sostenere l’istruzione dei suoi connazionali, inviando tutto il denaro che riesce a raccogliere a questi ragazzi. “Un trimestre in un collegio in Rwanda costa circa 45€ a ragazzo e l’anno scolastico è composto da tre trimestri. In questi anni ho costruito una rete molto precisa: un sacerdote che da bambino è stato mio alunno mi segnalava tutti i casi più gravi di bambini, spesso orfani, che rischiavano di dover rinunciare alla scuola per mancanza di denaro. Sono tutti ragazzi di Nyakizu e dintorni che io conosco personalmente o conosco i loro genitori; appena riuscivo inviavo il denaro per i loro studi, anche se spesso era un sacrificio anche per me”. Coloro che si domandano se questi soldi arrivino veramente a destinazione e siano usati per il loro giusto scopo trovano risposta nelle parole di Marie: “Io invio i soldi in Rwanda, tramite la Western Union, direttamente alla diocesi locale o al gruppo Charitas di Ngoma; l’economo della diocesi o l’operatore della Charitas si recano direttamene in banca dove si paga la retta delle scuole tramite un bonifico (come le tasse universitarie in Italia ndr). Ci tengo a sottolineare che i soldi inviati non vengono mai consegnati ai ragazzi o alle loro famiglie, perché purtroppo in molti casi verrebbero spesi male (basti pensare che tra i più poveri è molto diffuso l’alcolismo ed una bottiglia di birra costa quasi l’equivalente di una giornata di lavoro). In questo modo sono sicura che i soldi arrivino a destinazione. Inoltre, alla fine di ogni trimestre ricevo le pagelle dei ragazzi che aiuto, e se non si impegnano nello studio vedranno il mio aiuto spostarsi verso i più meritevoli. I giovani africani devono capire che l’Europa non è un luogo da cui aspettare denaro senza faticare: qui ci sono persone come me che cercano di aiutarli facendo loro stessi dei sacrifici, ed essi devono dimostrare di impegnarsi e di meritare la nostra fiducia”.
Il sindaco di Cantalupa, Giustino Bello, ha ritenuto importante rendere noto l’impegno di Maria e cercare di estenderlo ai suoi concittadini. Al momento non si è ancora stabilito quale sarà il canale per organizzare il sostegno a distanza, ma presto verranno resi noti i contatti in Italia da collegare con la diocesi e la Charitas di Ngoma. Fin da ora tutti gli interessati possono seguire con attenzione l’organizzazione di questa importante opera in attesa dell’attivazione pratica del sostegno dello studio dei bambini rwandesi.

Miriam Paschetta

Nella sezione “cultura” del sito è disponibile il testo integrale del racconto di Marie Mediatrice Nyiraminani “La forza della gazzella”, segnalato al Concorso nazionale Lingua Madre Duemiladieci e inserito nel libro “Racconti di donne straniere in Italia”. Marie Mediatrice Nyiraminani

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