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Territorio  

Soccorso Alpino, istruzioni per l’uso

Soccorso Alpino, istruzioni per l’uso

Il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico nel 2024 ha compiuto 70 anni, ma di che si occupa e quanto lavoro fanno i volontari non è sempre chiaro a tutti.

Festeggia nel 2024 i settant’anni il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, un ente di cui tutti hanno sentito parlare, ma sul cui lavoro non sempre le idee sono chiare.

Quando una chiamata al 112 segnala la necessità di un intervento in ambiente impervio (per lo più montano) per prestar aiuto a qualcuno vittima di ferite o traumi, la centrale operativa prende contatti con il capostazione del Soccorso Alpino di competenza (ad esempio la XXXIII Delegazione Valli pinerolesi comprende le stazioni di Pinerolo/Val Chisone, di Prali/Val Germanasca, di Pragelato/Sestriere e di Torre Pellice e una settantina di volontari). Il capostazione valuta chi far intervenire nel luogo più vicino a quello segnalato dalla richiesta di aiuto inviata dall’infortunato o da qualche suo compagno.

SMS Locator

In caso di indicazioni confuse, per individuare la posizione, se chi ha bisogno di soccorso è dotato di uno smartphone, esiste uno strumento di localizzazione – SMS Locator – che manda al dispositivo dell’escursionista un SMS con un link, aprendo il quale in automatico vengono trasmesse ai soccorritori le informazioni fondamentali per la geolocalizzazione.

Una formazione lunga e impegnativa

A far parte del Soccorso Alpino sono dei volontari – alcune figure, come gli Operatori Tecnici di Centrale Operativa, possono ricevere degli indennizzi per certi servizi – che hanno affrontato un percorso di formazione non indifferente, partendo già da buone capacità alpinistiche estive e invernali. Se ritenuti idonei, per i candidati (di età tra i 18 e i 45 anni) segue una selezione per valutarne la preparazione fisica e la capacità di muoversi in autonomia e sicurezza in ambiente impervio. Solo una volta superate queste prove, si può accedere al corso di formazione vero e proprio (che comprende anche tecniche e manovre di soccorso).

Diversi gradi di qualifica

Per gradi successivi un volontario può conseguire varie qualifiche tecniche (che prevedono comunque frequenti esercitazioni e attività di mantenimento):

  • Operatore di Soccorso di Base (OSB)
  • Operatore di Soccorso Alpino (OSA)
  • Tecnico di Soccorso Alpino (TeSA)
  • “Tecnico di Elisoccorso (TE)

Cinofili e Operatori tecnico sanitari

Esistono poi gli operatori “cinofili” fondamentali quando si tratta di ritrovare una persona dispersa: alcune squadre cane-operatore si occupano di ricerca in superficie e in valanga, altre praticano la ricerca molecolare. Ci sono poi ancora gli Operatori Tecnico Sanitari, medici e infermieri che intervengono nelle missioni alpine e speleologiche insieme alle squadre (a terra o sull’elisoccorso) fornendo la loro specifica professionalità a livello volontario per portare soccorso a chi ne ha necessità.

La collaborazione con la Guardia di Finanza

A volte le operazioni del Soccorso Alpino possono avvenire in collaborazioni con altri corpi, come i Vigili del Fuoco e i membri del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza; questi ultimi, quando purtroppo la missione si conclude col ritrovamento di un cadavere, possono espletare le procedure di Polizia giudiziaria.

Prima regola: prudenza

Oltre che oneroso (si pensi che l’elisoccorso costa oltre cento euro al minuto) – ogni intervento comporta dei rischi anche per i soccorritori. Diventa perciò importante per escursionisti, rocciatori, cercatori di funghi attenersi ad alcune regole di prudenza: mai fare uscite da soli, tener conto delle previsioni del tempo, scegliere itinerari adatti alle proprie capacità e al proprio allenamento, utilizzare attrezzatura, indumenti e calzature adeguati al terreno e alla quota che si prevede di raggiungere.

GR

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