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Territorio  

Si fa presto a dire rifugio. Novità in vista delle riaperture

Si fa presto a dire rifugio. Novità in vista delle riaperture

A sentir ventilare l’ipotesi di un divieto di uscire dalla Regione quest’estate, potrebbe nascere spontanea la risposta: “Allora andremo in montagna”, sognando polenta, spezzatino e un bicchier di rosso in un qualche rifugio alpino.

Massimo Manavella, gestore del Rifugio Selleries

Non la fa così facile chi in un rifugio ci lavora, come Massimo Manavella, gestore del “Selleries” (sulle montagne tra Roure e Fenestrelle). «Per ora – spiega – non abbiamo ancora capito come sarà la riapertura (che dovrebbe essere a inizio giugno) e continuiamo a chiederci come offrire un ambiente sicuro ai nostri frequentatori». Impensabile nel 2020 rivedere una marea umana come lo scorso anno alla “Messa in vetta” con il vescovo; «Monsignor Derio – ricorda con un sorriso Manavella – aveva preparato 400 ostie, pensando di avanzarne, invece non sono bastate tanta era la gente».

Un’immagine del Selleries in occasione della Messa in Vetta dell’estate 2019

Per osservare le distanze previste dalle norme, il Rifugio Selleries ridurrà i posti a tavola – «da 90 passeremo a 35-40 cercando di fare due o tre turni a pranzo per accogliere più persone possibile» – e dovrà rendere obbligatoria la prenotazione, senza la quale l’organizzazione del servizio «diventerebbe impossibile».

Il Rifugio Selleries durante l’inverno

Anche se le norme lo assimilano ad alberghi e ristoranti, un rifugio ha un’altra missione, quella di «dare assistenza anche a chi va per la montagna e viene sorpreso dal freddo o da un temporale. Per questo installeremo una tensostruttura che consenta anche a chi non ha prenotato di trovare riparo». Magari gustando i piatti “da asporto” del Selleries: «attraverso una finestra, dalla cucina potremo servire vivande che si potranno mangiare, tenendo le distanze, sotto il tendone come sopra una roccia». All’esterno «ci saranno anche due bagni e un dispenser di gel sanificante (in cui basterà infilare le mani)». Attrezzature necessarie, queste, ma costose, specie «dopo tre mesi di chiusura in cui abbiamo dovuto rinunciare a Pasqua e ai ponti del 25 aprile e 1° maggio e dopo che sono saltati i soggiorni scolastici che ci assicuravano presenze da metà aprile ai primi di giugno». Un piccolo ma gradito aiuto è arrivato dal contributo a fondo perduto stanziato il 4 maggio dalla legge regionale “Riparti Piemonte”: duemila euro per ciascuno dei 226 rifugi piemontesi; sempre dalla Regione, che è proprietaria del Rifugio, Massimo è fiducioso «di trovare comprensione anche sugli affitti».

Il monte Cristalliera visto dal Rifugio Selleries

Nonostante tutte queste complicazioni «ci proponiamo – sottolinea Manavella – di arrivare in pareggio alla fine della pandemia, riuscendo a fornire il consueto servizio a chi viene in montagna». Obiettivo non facile perché al diminuire degl’incassi, il personale rimarrà quello solito: «Al normale lavoro si aggiungeranno l’assistenza all’area esterna e, soprattutto, la sanificazione continua dei tavoli e dei bagni per cui serviranno più o meno le stesse persone (una dozzina nel periodo estivo)». Lavoro a parte, però per evitare rischi di contagio, «è fondamentale che le persone che saliranno in montagna mostrino lo stesso senso di responsabilità richiesto in città, tenendo la mascherina quando necessario e prestando attenzione a sé e agli altri; se ci sarà questo, noi siamo sicuri che l’esperienza in rifugio sarà piacevole come gli scorsi anni».

GUIDO ROSTAGNO

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