14 Giugno 2022
Sermig: all'Arsenale della Pace Ernesto Olivero abbraccia Padre Albano
All’Arsenale della Pace Ernesto Olivero ha incontrato Padre Albano Allocco, missionario a Baia Mare in Romania al confine con l’Ucraina, che ha raccontato l’assistenza alle vittime della guerra.
All’Arsenale della pace di Torino Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, il 9 giugno ha ospitato e abbracciato padre Albano Allocco, padre somasco italiano, operativo a Baia Mare, in Romania, a 60 km dal confine con l’Ucraina.
Punto di raccolta per gli aiuti agli ucraini
Baia Mare è diventato deposito di raccolta materiale per i bisogni degli ucraini dopo che i russi hanno bombardato il deposito di Leopoli.
La telefonata di Padre Albano
La richiesta d’aiuto arriva tramite una telefonata che Padre Albano fa a Rinaldo Canalis del villaggio Globale di Cumiana.
1500 tonnellate raccolte
Grazie all’aiuto dei torinesi che hanno convogliato 1500 tonnellate di aiuti umanitari per un valore economico complessivo di quasi 23 milioni di euro Rinaldo Canalis e l’educatrice Rosanna Tabasso con “Noi per l’Ucraina” hanno messo in moto un organizzazione che ha fatto in modo che i beni umanitari arrivassero a Baia Mare.
Tir, container, bus, furgoni e… un aereo
I numeri sono imponenti:
- sessantanove tir
- due container
- un aereo
- nove fra bus e furgoni
L’accoglienza di Ernesto Olivero
Ernesto Olivero ha fatto gli onori di casa alla serata affermando: «Le divisioni non permettono che ci si chiami fratelli».
La testimonianza di Padre Albano
Padre Albano ha raccontato la paura e gli orrori della guerra. Perché lui con i riformati luterani non solo hanno scaricato i tir e caricato i furgoni ma hanno attraversato l’Ucraina portando gli aiuti mentre lo Spirito Santo apriva loro la strada come Mosè apriva le acque.
Cadaveri per strada
E nel tragitto vedevano i cadaveri per strada, bambini disintegrati dalle bombe, e mentre sentivano racconti di bimbe stuprate davanti alle madri e poi uccise percepivano gli occhi spaventati pieni d’odio dei sopravvissuti.
Paura e impotenza
Qualche volontario non ce l’ha fatta ed è tornato indietro ma non Padre Albano, che ha vissuto anche l’incubo dei bunker: c’era chi pregava, chi si abbracciava, chi stava in silenzio. Ma soprattutto vigeva la paura e l’impotenza. Ancora adesso si sveglia di notte piangendo tanto è stato il trauma. Ma il primo a non volere che si parli del male ma che si parli del bene è proprio lui. Così ha proiettato un intervista a Suor Svitlana Matsiuk – della Congregazione delle Missionarie Serve dello Spirito Santo – che durante questo tempo di guerra ha scelto di rimanere in mezzo alla sua gente a Matkivtsi, in Ucraina.
Il coraggio di Suor Svitlana Matsiuk
Padre Albano ha avuto modo di valutare le donne e le suore ucraine e il loro coraggio inarrestabile. Suor Svitlana narra che nelle prime settimane di guerra hanno organizzato un rifugio per le persone in fuga che è stato convertito in centro di aiuto: distribuiscono vestiti, cibo e medicine ai rifugiati. Dice: «In questa situazione, dove il male è molto visibile, è molto importante sapere che esiste anche tanto bene. Questa situazione ci ha insegnato che non c’è nulla di più importante delle persone».
Le fedi religiose unite e aperte per accogliere
Ricorda Padre Albano come le varie fedi religiose si siano unite e abbiano aperto le porte per accogliere e ricorda l’auspicio di Papa Francesco: «La Madre di Dio ci insegni la solidarietà con chi è provato dalla tragedia della guerra e ottenga la riconciliazione delle nazioni».
GRAZIELLA LUTTATI
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *