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Sequestro del centro ippico Asd Dogonda. Il titolare si difende: «non ho mai dopato i miei cavalli!»

Sequestro del centro ippico Asd Dogonda. Il titolare si difende: «non ho mai dopato i miei cavalli!»
È arrivato ieri mattina dalla Procura di Torino il Decreto di sequestro preventivo a carico del Centro Federale Asd DOGONDA di Pinerolo (strada Antica di Piscina, 110), gestito dagli indagati Gianandrea e Giuseppe  Momo, con l’accusa di maltrattamento animali, esercizio abusivo della professione medica e frode in competizione sportiva.
Le indagini svolte dai militari del N.A.S. di Torino, hanno avuto origine nell’autunno del 2020 a seguito di un esposto inviato da una socia della stessa Asd, accusando i Momo Giuseppe (padre) e Momo Gianandrea (figlio) dell’uso massiccio di medicinali con i quali venivano trattati i cavalli in scuderia, ma anche in gara.
Da qui la prima perquisizione degli agenti eseguita il 24 ottobre durante il Concorso Ippico Nazionale A3* presso la Scuola Nazionale di Equitazione di Abbadia Alpina, dove Momo Gianandrea conquistava il primo premio in sella ai cavalli TOINETTE DE LA ROQUE e ISI DISI V/D AXELHOEVE in 4 gare svoltesi il 23 24 e 25 ottobre nelle categorie C130 e C135.
Le indagini vennero svolte contemporaneamente sia nei box del Concorso di Abbadia, che nella sede della scuderia Dogonda.
In tale occasione gli agenti dei N.A.S. elencavano tutti i medicinali e sostanze farmacologiche attive rinvenute e vietate ai sensi delle disposizioni previste dalla Federazione Italiana Sport Equestri e dalla Federazione Equestre Internazionale, somministrabili esclusivamente su prescrizione veterinaria.
Vennero, inoltre, eseguiti dei prelievi dei liquidi biologici ai cavalli vincitori dei quattro premi in palio, tutti riconducibili alla stessa scuderia.
Gianandrea Momo è sicuro al 100% che i referti delle analisi in corso avranno esito negativo e ammette: «È vero che i N.A.S. durante la perquisizione hanno trovato qui in scuderia antinfiammatori – Fenilbutazone – un calmante che si fa per tosare i cavalli. Certo che ero nel torto poiché non avevo la ricetta medica, ma un conto è avere questi farmaci in casa, un altro conto è andare in concorso con un cavallo dopato. Aggiungo che un’altra anomalia a questa assurda vicenda riconducibile alla perquisizione di ottobre sta nell’elenco redatto dei medicinali rilevati dove in esso sono stati inclusi le pastiglie per la pressione che prende mio padre, insieme ad un diuretico e un farmaco per il tumore del mio cane. È stato inserito tutto in un calderone. Nessuno ha rilevato, per esempio, che le pastiglie per la pressione di mio padre, hanno un dosaggio talmente basso che non farebbero effetto nemmeno somministrandone una confezione intera. A tale lista hanno aggiunto il Voltaren pomata (libera vendita) che uso abitualmente a fine lavoro per disinfiammare quei cavalli che lo necessitano per dolori alla schiena.
Sono ovviamente assistito da un legale di Torino che si è chiesto in primis come mai in questo procedimento non vengono citati i risultati delle analisi effettuate ad ottobre».
Dell’episodio, che ha fatto il giro del web, ne è a conoscenza la Federazione Italiana Sport Equestre che deciderà nei modi e nei tempi opportuni.
Amalia Pagliaro

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