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Scuole materne di Bibiana: al lavoro per una soluzione ragionevole

Scuole materne di Bibiana: al lavoro per una soluzione ragionevole

3 agosto 2014

Su Bibiana si sono accesi i riflettori delle cronache nazionali, con un caso che vede contrapposte la scuola paritaria parrocchiale e quella paritaria comunale.

La questione è scoppiata da alcuni giorni, quando il sindaco Pier Giorgio Crema ha chiesto l’autorizzazione per aprire il nuovo asilo comunale, voluto e costruito sotto la precedente amministrazione con un costo di circa 1,5 milioni di euro, coperti in parte dai contributi regionali.

Il disguido nasce dall’applicazione di una legge regionale approvata lo scorso anno dall’amministrazione Cota (Dcr 252/2013), secondo la quale si possono aprire nuove sezioni di scuola materna solo quando il sistema integrato delle strutture statali, comunali e paritarie non ha posti sufficienti per accogliere tutti i bambini.

L’attivazione di nuove sezioni in una scuola non può determinare la cancellazione di sezioni nella scuola paritaria.

La Regione Piemonte, di fronte all’ipotesi di nuove aperture, raccoglie il parere di eventuali scuole paritarie o statali presenti nel paese per evitare duplicazioni del servizio scolastico.

Nel caso di Bibiana, il parroco Ermanno Martini è stato interpellato in quanto responsabile della Scuola paritaria “San Marcellino”, e ha segnalato che la scuola parrocchiale, inserita nelle rete pubblica, dispone ancora di 30 posti liberi.

Non un vero e proprio veto, al contrario delle notizie circolate negli ultimi giorni, ma un’indicazione che comunque, secondo la normativa regionale, non permette di attivare ulteriori sezioni a Bibiana.

Ad alimentare la polemica si è aggiunta la questione legata ai costi per le famiglie, ovviamente più alti nella scuola parrocchiale rispetto a quella comunale.

Il sindaco Crema ha già detto che non vuole che il nuovo asilo rimanga “una cattedrale nel deserto”, ma che neppure si possono abbandonare al loro destino gli otto dipendenti della scuola materna parrocchiale che rischiano il posto. Al momento sono 69 i bambini iscritti a quella parrocchiale e 29 a quella comunale.

Nella giornata di giovedì 31 luglio, l’attuale assessore regionale Gianna Pentenero ha convocato un tavolo con i sindaci (Bibiana non è l’unico paese in cui si verificata questa situazione) e la Fism (Federazione Italiana Scuole Materne).

Dalla riunione è emersa la decisione della giunta Chiamparino di rivedere ed eliminare la norma tanto discussa a settembre, senza però penalizzare eccessivamente le paritarie, come denunciato nei giorni scorsi da Forza Italia.

Ora, però, nel rispetto dell’attuale normativa, sindaco e assessori sono al lavoro per trovare una soluzione che permetta l’apertura della nuova scuola, senza penalizzare quella vecchia e il suo personale, nell’interesse delle famiglie.

Sulla questione è intervenuto anche Enrico Delmirani, responsabile diocesano per la pastorale sociale: «La legge in questione – spiega – cercava di tutelare le scuole paritarie, ma implicitamente ha conferito a queste scuole anche il potere di veto sull’apertura di altre sezioni ed istituti. E questa è una cosa folle: se sono le scuole a poter decretare il destino di altre scuole non si va molto lontano.

La scelta più logica, a mio modo di vedere è cercare di fare in modo che, dove ci già delle scuole paritarie, la Regione si accolli i costi di gestione per abbattere il costo della retta, invece di dare finanziamenti per aprirne di nuove.

Perché ostinarsi a farsi concorrenza e non iniziare a collaborare? Spero che la questione si risolva con il buon senso, e non con la chiusura della paritaria parrocchiale. Perché, come sempre, a patire le conseguenze dei buchi legislativi sono quelli che non ne possono niente: in questo caso gli alunni, i loro genitori e il personale scolastico».

Nicolò Mosca

Foto Come & Dove

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