21 Ottobre 2014
Scontri e polemiche sul destino dei profughi
21 ottobre 2014
Frossasco. Il comune richiede lo sgombero dei locali ex Cottolengo
L’inizio del mese di ottobre ha visto nascere nuove problematiche e polemiche in merito ai profughi africani ospitati dal comune di Frossasco presso il centro socio sanitario ex-Cottolengo. Il 4 ottobre il comune ha inviato una lettera ai due nigeriani che attualmente risiedono presso il centro, con la richiesta di abbandonare tale domicilio entro il 31 di ottobre. Immediata è stata la replica del gruppo di volontari che segue questi ragazzi dall’inizio della loro permanenza. L’amministrazione comunale ha quindi invitato questi ultimi ad un incontro chiarificatore svoltosi giovedì 9 ottobre scorso.
Stefania Chini, consigliere con delega alle politiche sociali, ha spiegato che «la precedente amministrazione, in corrispondenza della conclusione del progetto ministeriale “Accoglienza profughi nord Africa” (marzo 2013), deliberò che Richard Rasheed Kolusanya e Festus Ishola Olaynka, gli unici due ospiti ancora presenti a Frossasco, potessero stabilirsi temporaneamente presso due camere con servizi presso l’ex Cottolengo. Questa iniziativa doveva permettere loro di frequentare la scuola per conseguire la licenza di scuola media; in cambio i due nigeriani avrebbero svolto attività di volontariato presso il comune ottenendo dei buoni pasto, in seguito convertiti in 60 € mensili a testa. Nel giugno 2014 la nuova amministrazione prese in consegna la situazione dei due ragazzi ed effettuò un sopralluogo presso l’alloggio a seguito del quale furono riscontrate alcune irregolarità: una ragazza africana viveva presso il medesimo alloggio e furono trovate tracce di permanenza non autorizzata anche nel seminterrato dell’edificio. Richard e Festus vennero dunque convocati in comune, dove spiegarono di aver concluso la scuola con profitto e di aver frequentato corsi presso l’Engim; Festus dichiarò di aver trovato un impiego presso un’azienda di Roletto e di avere intenzione di cercare un’abitazione autonoma e di sposare la sua ragazza. A entrambi fu chiesto di riprendere l’attività di volontariato nel frattempo interrotta; per Festus soltanto nelle giornate libere dagli impegni lavorativi. Il comune ricordò loro che per motivi di sicurezza non era possibile ospitare altri individui presso la struttura. Purtroppo però, nei mesi successivi, con segnalazioni dei cittadini e sopralluoghi del sindaco, dei carabinieri e dei servizi sociali, è stata riscontrata la costante presenza di altre persone non autorizzate presso la struttura, le quali hanno attrezzato i locali con fornelli da campeggio alimentati da bombolette di gas, materassi, effetti personali. Sono dunque venute a mancare le condizioni basilari richieste dalla precedente amministrazione, con la spiacevole aggiunta di diverbi e comportamenti poco rispettosi».
Il sindaco Federico Comba aggiunge: «L’ex Cottolengo ospita un ambulatorio dell’ASLTO3, un polo sanitario gestito da 7 medici ed una casa di riposo con 20 ospiti. Una struttura di questo tipo deve rispettare precisi standard di sicurezza di cui è responsabile l’amministrazione comunale in termini legali, ma soprattutto di fronte ai cittadini».
Giorgio Daleo, esponente del gruppo di volontari, commenta così: «La notizia dell’arrivo della lettera mi ha provocato un profondo dispiacere. Con alcuni membri dell’attuale amministrazione seguo i due ragazzi dal loro arrivo a Frossasco e volevo conoscere con precisione le motivazione di questa decisione. Sono consapevole che da parte degli ospiti si sono manifestati comportamenti scorretti; in particolare conosco il difficile caso di Dabre, un ragazzo burkinabè che ha risieduto senza permesso al Cottolengo e che crea molte preoccupazioni all’interno della sua stessa comunità a causa della brutta strada che ha intrapreso giunto in Italia. In questo incontro mi premeva tuttavia verificare l’attenzione degli amministratori verso il dramma umano di Richard e Festus: sono arrivati nel nostro paese fuggendo miracolosamente da guerre e povertà e si sono impegnati a scuola e nel servizio al comune per ripagarne l’ospitalità. L‘ingiunzione di lasciare il Cottolengo mi è sembrata frettolosa e poco comprensiva della loro situazione dei due profughi. Auspico che l’impegno preso dall’amministrazione di continuare a seguire i due giovani con l’aiuto dei servizi sociali, venga mantenuto. Ciò che mi infastidisce è il fatto che casi come questi vengono spesso strumentalizzati dalle diverse parti in questione, politiche e non, facendo scivolare in secondo piano gli esseri umani che la subiscono».
Miriam Paschetta
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