29 Aprile 2013
È crollata la Basilica di San Maurizio!

In un volantino la provocazione della sezione pinerolese di «Italia Nostra».
Pinerolo. Ieri – domenica 28 aprile – sotto i portici di piazza San donato, più di un passante ha strabuzzato gli occhi ricevendo il volantino distribuito dalla sezione pinerolese di Italia Nostra. Un fotomontaggio della basilica, simbolo di Pinerolo, ridotta in macerie, compariva, infatti, accanto ad un titolo inquietante: «È crollata San Maurizio». Quindi lo stralcio di un ipotetico quanto indesiderato articolo di giornale datato 15 ottobre 2030: «”Un crollo prevedibile” dice il professor Gabotto al telefono con il nostro giornalista. Dopo la perdita della caserma del Vauban, del merlettificio Turck, del Palazzo degli Acaja, Pinerolo perde l’ennesimo monumento simbolo di un passato glorioso che la città ha fatto di tutto per dimenticare».
Il parroco di San Maurizio, don Massimo Lovera, assicura che la Basilica sta bene e non rischia crolli ma la provocazione lanciata da Italia Nostra resta e si mostra efficace. «Il 29 ottobre 1955 a Roma si costituì l’Associazione nazionale Italia Nostra con l’obiettivo esplicito della salvaguardia e della conservazione dell’ambiente e del territorio italiano – si legge nel volantino -. Da allora molti passi sono stati fatti e Italia Nostra ha costituito una sua articolazione territoriale che conta 216 sezioni tra cui Italia Nostra del Pinerolese, che, in questi anni, si è impegnata in diversi ambiti, fra i quali: la battaglia contro le speculazioni edilizie su alcune aree quali l’ex merlettificio Turck sulle sponde del rio Moirano ed i terreni sottostanti; Monte Oliveto (CP7); il recupero del cosiddetto palazzo dei Principi d’Acaja, edificio simbolo della storia in particolare della Pinerolo medioevale».
Con l’occasione Italia Nostra ha realizzato anche una mostra fotografica sul tragico stato di degrado in cui versa il palazzo dei Principi d’Acaja.
L’opinione pubblica è informata. Ora tocca agli amministratori fare in modo che questo cupo scenario non diventi una futura realtà su cui piangere. Inutilmente.
Patrizio Righero
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