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Cultura  

San Sebastiano si mette in mostra a Miradolo

San Sebastiano si mette in mostra a Miradolo

6 ottobre 2014

È stato Vittorio Sgarbi, sabato 4 ottobre, ad inaugurare al Castello di Miradolo la mostra dedicata a San Sebastiano.
Vittorio Sgarbi e Antonio D’Amico hanno selezionato circa quaranta capolavori, dal Rinascimento al Seicento inoltrato. Il percorso prende avvio con Andrea della Robbia, si prosegue con uno sguardo nella Venezia del Quattrocento, dove Carlo Crivelli interpreta  la figura di un giovanetto nudo e invaso dalle frecce. Quindi artisti come Ludovico Carracci, Paris Bordonw e Tiziano. Il Seicento si apre con l’accesa armonia dei colori e le audaci forme che in Rubens, che da Anversa giunge in Italia. Pittura tattile è quella del Seicento che mette in campo gli affetti con un inedito Guercino, di recente scoperto e custodito in una collezione privata americana. L’aspetto della devozione è sublimata con Guido Reni. L’ondata caravaggesca, poi, tocca un inedito culmine con un dipinto concesso dato in prestito dall’arcivescovo di Milano, il cardinal Angelo Scola. Il trasferimento dell’opera è stato resi possibile grazie all’intervento del vescovo di Pinerolo, Pier Giorgio Debernardi.
Gli echi caravaggeschi, poi, mostrano la passione con Ribera e l’ardita partecipazione al martirio con Nicolas Regnier e con l’affascinante Mattias Stomer dei Gerolamini di Napoli; accezioni preziose del caravaggismo internazionale. La narrazione ideale trova due capisaldi nel Mattia Preti di Capodimonte e nei Luca Giordano che cavalcano il Seicento e aprono il secolo successivo lasciandosi alla spalle la pittura di verità e la ritualità del vero.
La mostra offre un excursus dentro quasi tre secoli, operando affascinanti confronti sul soggetto: il medesimo artista che adotta differenti soluzioni formali, pose e ambientazioni in anni ravvicinati letti da artisti diversi, materiali differenti e modellati per capirne cambiamenti e intenti devozionali e di fama della figura del santo da nord a sud. Un percorso che dalla seconda metà del Quattrocento giunge agli albori del Settecento.

Info: www.fondazionecosso.it tel. 0121 – 376545 info@fondazionecosso.it

 

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