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Territorio  

Regione. Quasi 10 milioni per i Centri Estivi

Regione. Quasi 10 milioni per i Centri Estivi

Sono 9 milioni e 693mila euro le risorse messe a disposizione del Piemonte per finanziare la riapertura delle centinaia di centri estivi in Piemonte. La giunta regionale, su proposta dell’assessore al Welfare, con delega ai Bambini, Chiara Caucino, aveva approvato le disposizioni per la gestione in sicurezza delle attività dei suddetti centri, per bambini e adolescenti dai 6 ai 17 anni durante l’emergenza da Covid-19, ad integrazione di quelle stabilite nel 2018 e dall’Ordinanza del Ministro della Salute di concerto con il ministro per le Pari Opportunità e la famiglia dello scorso anno. La giunta aveva anche dato il via libera al coinvolgimento delle Fattorie Didattiche come risorsa per le attività estive e allo schema di accordo di gemellaggio in relazione all’impiego degli operatori volontari del Servizio Civile Universale nell’ambito dell’emergenza epidemiologica da Covid19. Le strutture, oltre che dai Comuni, potevano essere gestite da soggetti differenti quali oratori, cooperative sociali, fattorie didattiche e altri ancora.

L’assessore regionale alle Politiche Sociali, Chiara Caucino

Regole e sicurezza

Ma quali sono le novità che sono state introdotte quest’anno? Per quanto riguarda le sedi e la localizzazione era stato deciso che avrebbe dovuto essere possibile identificare una «zona filtro» per gli operatori e per gli utenti (per il triage ed operazioni di vestizione/svestizione anche relativa all’utilizzo dei DPI). La struttura avrebbe poi dovuto essere dotata di idonea segnaletica e/o affissione di materiale informativo, possibilmente con pittogrammi affini all’utenza, rispetto alle indicazioni igienico comportamentali da tenere per contrastare la diffusione di Covid.

Ogni gestore della struttura, tenendo conto degli ambienti a disposizione, sia interni sia esterni, e del numero di operatori di cui dispone, doveva valutare il numero dei minori che è in grado di accogliere ogni giorno, considerando il rispetto del distanziamento fisico. Così come dovevano essere organizzati gruppi, con riferimento all’organizzazione di una pluralità di spazi diversi per lo svolgimento delle diverse attività in programma, prestando attenzione a non variare la composizione dei gruppi, nonché ad evitare durante le attività possibili contatti tra gruppi diversi di minori.

Sono state poi favorite il più possibile le attività all’aperto, tenendo conto di adeguate zone d’ombra, e l’organizzazione per turni dell’utilizzo degli spazi comuni in funzione della numerosità e delle dimensioni degli ambienti. Tutte le attività sono state organizzate garantendo il necessario distanziamento sociale (con distanza interpersonale di almeno un metro) e senza lo scambio di oggetti. Per potenziare la funzione educativa e sociale delle azioni che verranno sviluppate, è possibile prevedere momenti di intersezione con soggetti, enti ed istituzioni che possano apportare contenuti specifici capaci di contribuire all’arricchimento dell’offerta a fini educativi, da svolgersi anche sul territorio. E’ stata poi ribadita l’assoluta necessità di evitare assembramenti come le feste, comprese quelle periodiche con le famiglie.

Molto importanti le regole che hanno riguardato i pasti: mense separate, dove possibile, e organizzazione su più turni. Massima attenzione per posate, piatti e bicchieri, mai condivisi. Possibile la consumazione del pasto all’aperto, qualora gli spazi lo avessero permesso, garantendo la distanza di sicurezza e rispettando la divisione dei gruppi.

Per quanto riguarda la definizione dei criteri di accesso, particolare riguardo è stato posto in favore delle famiglie in situazione di vulnerabilità o di fragilità conclamata e alle famiglie in cui entrambi i genitori o tutti gli adulti di riferimento lavorano.

La collaborazione con il Servizio Civile Universale

La Regione ha anche dato il via libera alla possibilità di impiegare gli operatori volontari del servizio civile universale nello svolgimento delle attività ricreative, affiancando e supportando gli operatori dei centri estivi, senza peraltro sostituirsi a questi ultimi nello realizzazione di compiti che richiedono una specifica qualificazione professionale. Va precisato che in nessun caso gli operatori volontari potevano sostituire personale dipendente o a contratto degli enti titolari del servizio. La possibilità di impiego dei volontari del Servizio Civile viene riconosciuta sia presso centri estivi già accreditati, quali sedi di servizio civile, sia presso strutture pubbliche che segnalano esigenze specifiche, sia presso organizzazioni private senza scopo di lucro non accreditate. In tali casi, si configura un «gemellaggio» tra l’ente di Servizio Civile, cui afferiscono gli operatori volontari, e l’ente ospitante.

Le Fattorie Didattiche

Estate, sole e anche tanta natura. Grazie a strutture adatte e ad operatori specificatamente formati, i ragazzi hanno potuto trascorrere la loro esperienza nei centri estivi nelle Fattorie Didattiche, dove hanno avuto (e nei casi in cui il centro prosegua l’attività avranno ovviamente ancora) la possibilità di mettersi in rapporto con l’agricoltura nelle sue molteplici sfaccettature: attività economica, tecnologica, culturale, di allevamento e di produzione di beni e servizi, in equilibrio con i cicli della natura e dell’ambiente secondo un modello di sostenibilità. Si tratta di strutture che hanno l’obiettivo di aumentare la conoscenza delle attività agricole e ciò che ne consegue, incrementandone l’esperienza, sia da un punto di vista pratico e relazionale, sia da un punto di vista contenutistico e scolastico. Queste aziende agricole sono capaci di offrire una molteplicità di percorsi educativi indirizzati ad un target sempre più diversificato, offrendo ospitalità e proponendo attività formative a bambini, ragazzi, adulti e anziani nonché alle persone appartenenti alle classi sociali più fragili. In questo caso, la loro attività si concentra sia nel periodo scolastico che durante l’estate.

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