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Territorio  

Quei tesori di casa nostra

Quei tesori di casa nostra

Bricherasio. Incontro con Valetina Bertea, neo laureata in Scienze dei Beni Culturali “La bellezza, come la verità, mette la gioia nel cuore degli uomini ed è un frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione”. Con questa significativa citazione dal messaggio agli artisti di Paolo VI, pronunciato l’8 dicembre 1965 a conclusione del Concilio Vaticano II, si apre la ricerca che Valentina Bertea ha condotto sulla chiesa parrocchiale di Bricherasio e sull’adiacente chiesa confraternita di san Bernardino, per la laurea di primo livello in Scienze dei Beni Culturali.
Si tratta di oltre 300 pagine di ricerche, studi e anche curiosità che cercano di dare un ordine a scritti prodotti nei secoli da più mani e idealmente coronano i restauri eseguiti tra il 2006 e il 2009 nella chiesa parrocchiale di santa Maria. D’altro canto mettono in luce quanto ancora dovrebbe essere realizzato per salvaguardare un patrimonio che è di tutti (la chiesa di san Bernardino si trova in precario stato di conservazione).

Da che cosa è nata la scelta dell’argomento?

Da una parte c’è stata la richiesta del professore di trattare argomenti legati al proprio territorio, sia per facilitare la reperibilità delle informazioni sia per produrre documentazione su zone solitamente poco considerate, dall’altra ci sono l’affetto che mi lega ad un patrimonio che ho avuto sotto gli occhi fin da bambina e la voglia di conoscerlo e farlo conoscere meglio.

Come hai condotto la tua ricerca?

L’obiettivo era quello di raccogliere e mettere insieme le informazioni storiche e artistiche sulle due chiese, tentando di dare delle attribuzioni alle opere e capire i percorsi che hanno fatto per arrivare qui. Ho lavorato “sul campo”, fotografando e osservando, ho letto ciò che è stato scritto sulla storia di Bricherasio nel ‘900; ho consultato molti archivi alla ricerca di documenti utili, in particolare quelli in riferimento alle visite pastorali dei vescovi che si sono succeduti nei secoli, in cui spesso erano descritte le opere d’arte presenti nelle chiese visitate. Infine ho consultato degli esperti di storia e di storia dell’arte, completando con la consultazione di monografie specifiche.

Quali sono le particolarità che ti hanno colpito?

In generale è stato interessante osservare che queste chiese sono inserite all’interno di un circolo di importanti influenze stilistiche e presentano riferimenti culturali non di poco conto, che le rendono meno “provinciali” di ciò che si potrebbe pensare. È sorprendente come le tele del presbiterio abbiano alle spalle incisioni di personalità importanti cui si ispirarono anche Velázquez e Tiziano.
È stato emozionante leggere la descrizione di opere che oggi non possiamo più osservare nella loro intera bellezza. In riferimento alla pala della Madonna del rosario che si trova al fondo della navata destra, ad esempio, c’è una dettagliata descrizione del 1742 da parte del prevosto Fissore, ma oggi questa tela ci appare priva dei personaggi principali, essendo stata tagliata nella prima metà del 1800 per fare posto ad una nicchia che ospitava una statua di Maria.

Hai fatto degli incontri particolari?

La ricerca è stata impegnativa, quindi tutti gli incontri che ho fatto sono stati importanti per la realizzazione del progetto. In particolare è stato arricchente dialogare con la signora Isabella Brignone, che oltre alle informazioni storiche mi ha dato una bella dose di incoraggiamento. Come pure è stato bello vedere la disponibilità del parroco di Bricherasio, don Ferdinando Lanfranchini, del professor Aurelio Bernardi e di don Giorgio Grietti all’Archivio diocesano.

Che cosa stai facendo adesso e che progetti hai per il futuro?

Sto frequentando la “Scuola per artigiani e restauratori Maria Luisa Rossi”, struttura nata all’interno del Sermig a Torino, con il sogno di diventare restauratrice di tele.
In futuro mi piacerebbe poter mettere mano al patrimonio della zona con passione, ma anche con la preparazione dovuta. Dal momento in cui ne ho conosciuto la storia, sarebbe bello vedere una rinascita di san Bernardino.
Partendo invece dal lavoro che ho fatto si potrebbero creare degli opuscoli esplicativi e mettere dei cartellini vicino alle tele e agli altari della chiesa parrocchiale, per rendere onore ai recenti restauri e far conoscere a tutti le bellezze che abbiamo sempre sotto gli occhi. Navata centrale della chiesa Santa Maria Assunta di Bricherasio

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