Skip to Main Content

Territorio  

Quarant’anni di Parchi naturali: al di là dei vincoli un’opportunità

Quarant’anni di Parchi naturali: al di là dei vincoli un’opportunità

Osservare qualche animale selvatico passeggiando per le montagne può sembrare una cosa banale, eppure questo è un piacere che fino a qualche decennio fa non era affatto scontato.

Lo ricorda Michele Ottino, attuale direttore dell’Ente di Gestione dei parchi delle Alpi Cozie, che iniziò la sua carriera nel 1984 nel parco Val Troncea, nel commentare i compleanni dei parchi naturali da lui diretti (val Troncea, Orsiera-Rocciavrè, Laghi di Avigliana e Gran Bosco di Salbertrand), tutti istituiti nel maggio 1980 dalla Regione Piemonte.

Il Direttore dell’Ente Parchi Alpi Cozie, Michele Ottino

«Per capire l’importanza dei parchi naturali – spiega Ottino – bisogna collocarla negli anni in cui è avvenuta: rarissime erano allora le aree protette (c’erano quasi solo i parchi nazionali) e quasi sconosciuta l’idea di protezione ambientale. Se oggi con un po’ di attenzione non è difficile riuscire a vedere camosci e caprioli, non era così facile prima della nascita delle aree protette». E col tempo sulle montagne hanno cominciato a vedersi anche animali – il lupo e lo stambecco, il grifone e il gipeto – che un tempo non c’erano più». Una volta istituiti i singoli parchi (accorpati poi nel 2012 nell’Ente Parchi Alpi Cozie) per funzionare dovettero «costruire da zero la loro struttura, fatta di uffici e guardiaparco».

Foto Ente Parchi Alpi Cozie

Nel tempo il rapporto con i comuni che ospitano i parchi ha trovato un equilibrio: «Bisogna intendersi la gestione di un parco – sottolinea Ottino – è complessa e prevede delle limitazioni che a volte possono sembrare gravose (anche se hanno evitato talora tentativi di speculazione edilizia!). La tutela dell’ambiente a lungo andare si è rivelata pagante, incontra il favore dell’opinione pubblica e per i per i comuni rappresenta un prezioso atout dal punto di vista turistico ed economico. I vincoli più che limiti, vanno visti come opportunità».

Foto Ente Parchi Alpi Cozie

Per mediare rispetto alle esigenze degli enti locali (e dare un impulso “politico”) esiste una sorta di Consiglio di Amministrazione (formato da sei membri rappresentativi delle aree locali e dei associazioni ambientaliste) presieduto da un presidente scelto dalla Regione in accordo con il territorio. Peccato «che a dicembre, nell’ultima riunione, l’accordo non ci sia stato e successivamente la persona spinta dalla Regione abbia preferito entrare in giunta a Giaveno (ndr rendendosi incompatibile con il ruolo), gettando l’ente parchi in una sorta di impasse che rischia di far saltare ad esempio le assunzioni di figure specialistiche (biologi e forestali) in sostituzione di chi va in pensione oltre a far mancare uno stimolo vicino alle sensibilità locali».

Foto Ente Parchi Alpi Cozie

Oltre all’aspetto naturalistico l’ente non trascura la cultura e la storia dei territori: «Accanto alla cura dei parchi (ndr a cui nel 2019 si sono aggiunte, a organico invariato, le zone speciali di conservazione di Rete Natura 2000), ci occupiamo anche di musei, ecomusei, di visite didattiche (anche tenute da guide naturalistiche). Per fare bene il nostro lavoro è bene approfondire la conoscenza del patrimonio storico e di cultura locale, dalla toponomastica alle tradizioni e alle lingue locali e metterlo a disposizione di enti o associazioni che ce ne facciano richiesta».

Foto Ente Parchi Alpi Cozie

Il parere di un sindaco: va modificato il Piano d’area

Il sindaco di Fenestrelle, Michel Bouquet, è figlio di uno dei primi guardiaparco – «sono cresciuto nel Parco Orsiera» – e considera la presenza del parco un’opportunità per le comunità locali. «Da quando sono sindaco devo dire che il parco si è sempre dato disponibile per le esigenze del comune, anche con dei lavori, sfoltendo gli alberi sulle mura del Forte e mettendo in sicurezza il fossato e, insieme anche all’Asl, realizzando un “carnaio” per i rapaci». Tuttavia «non sempre però enti locali e parco sono riusciti a fare squadra. Non per cattiva volontà dei dirigenti del Parco, ma a causa dei vincoli di un Piano d’area rimasto quello di qualche decennio fa. Allora la mentalità ecologica non c’era ed era giustamente restrittivo, anche oggi che la sensibilità è diversa però non prevede deroghe».

Il sindaco di Fenestrelle, Michel Bouquet

Così alcuni “desiderata” dei comuni vengono stoppati. «Avremmo voluto realizzare un parco-avventura nella zona della Tradotta San Carlo (praticamente sulla Provinciale), ma pur dandoci ragione sull’opportunità della cosa (che creerebbe posti di lavoro e giro economico), il parco non ha potuto darci parere favorevole». Ad apportare modifiche dovrebbe essere la Regione, ma per ora lo stallo legato alla nomina del Presidente dell’Ente Parchi (ndr lo scorso 23 maggio si sono riaperte le candidature) e del nuovo consiglio d’amministrazione sta frenando anche le proposte di variazione del Piano d’area

GUIDO ROSTAGNO

LASCIA UN COMMENTO  

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *