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Pianura  

Quando la missione è dietro l'angolo...

Quando la missione è dietro l'angolo...

Osasco. Nella prossima primavera un’iniziativa di evangelizzazione popolare «Forse un mondo onesto non esisterà mai ma chi ci impedisce di sognare… forse se ognuno di noi proverà a cambiare, forse ce la faremo». Da queste parole di Rita Atria vuole partire il neonato presidio pinerolese intitolato alla giovane vittima di mafia. Già, perché è tradizione, per Libera e per le persone che ne fanno parte, dedicare i diversi presidi al nome di una vittima di mafia. “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” è nata il 25 marzo 1995 per volere di don Luigi Ciotti, con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Attualmente è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. Il presidio pinerolese di Libera intitolato a “Rita Atria” è nato ufficialmente lo scorso 12 novembre. Riconoscendo i pericoli derivanti da un clima di illegalità diffusa e di allentamento dei valori etici di riferimento, è parsa necessaria la presenza – anche nel pinerolese – di un osservatorio che si ponga il compito di monitorare e analizzare i fenomeni presenti sul territorio. Azione che deve avvenire anche nei confronti delle amministrazioni, affinché dichiarazioni di principio e proclamazioni di intenti sul tema della legalità e sulla necessità di una reale trasparenza nelle scelte non siano mere intenzioni verbali, ma assumano concretezza e attuazione reale. I referenti del presidio pinerolese di Libera “Rita Atria” sono: Arturo Francesco Incurato, Cristina Mamone e Valentino Cecca. Info: liberapinerolo@gmail.com

Alberto Steri

Chi è Rita Atria
Nata in una famiglia mafiosa, dopo l’uccisione del padre e del fratello avvenuta per mano degli stessi uomini del clan a cui appartenevano, Rita decide di denunciare alla magistratura quanto è di sua conoscenza. Da quel momento entra nel programma di protezione riservato ai collaboratori di giustizia, iniziando un particolare rapporto di fiducia con l’allora Procuratore della Repubblica a Marsala, Paolo Borsellino. Nell’intento di proteggere l’incolumità personale della ragazza, Borsellino decide di far trasferire la giovane a Roma, sotto falsa identità. A seguito della strage di via D’Amelio del 19 luglio 1992 (nella quale morì il giudice Borsellino insieme ai ragazzi della sua scorta), sentendosi abbandonata dalle istituzioni, Rita Atria scelse di porre fine alla sua vita nel pomeriggio del 26 luglio 1992. Sul suo diario, dopo la morte di Paolo Borsellino, Rita scrisse queste parole: «prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci». La chiesa parrocchiale di Osasco La chiesa parrocchiale di Osasco

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